26 avril 2012
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Promozione della lingua e della cultura, la catastrofe annunciata
Il disappunto per gli effetti devastanti dei tagli effettuati sui corsi di lingua e cultura italiana per i ragazzi italiani in età scolare residenti
all'estero si sta diffondendo ovunque. Corsi che negli ultimi anni sono stati finanziati anche con il crescente sostegno economico delle famiglie dei frequentanti. Soprattutto in Europa
- in particolare in Germania, in Francia e in Svizzera - sta montando la protesta delle nostre comunità, deluse da questa ulteriore mancanza di attenzione da parte dello
Stato.
Il taglio dei finanziamenti ha colpito pesantemente gli Enti gestori che operano senza scopo di lucro e sono nati, in tale forma, nel 1993 per volontà
dello Stato italiano che intese così dimezzare il contingente degli insegnati ministeriali inviati dall'Italia.
Sarebbe una pura esercitazione accademica, in questa delicatissima fase di emergenza, mettersi ad analizzare le ragioni storiche, culturali e
sociologiche che storicamente hanno impedito all'Italia di recitare un ruolo di potenza culturale commisurato al suo immenso patrimonio. Non si possono invece tralasciare le responsabilità
politiche che hanno determinato tale situazione. Dopo la caduta del Governo Prodi le cose sono precipitate rapidamente. Il precedente Governo decise di mettere in liquidazione le politiche
per gli italiani all'estero, un mandato fatto proprio dall'esecutore incaricato, il Ministero degli affari esteri. Si ricorderà, infatti, che i tagli del Ministro Tremonti al bilancio del MAE
hanno avuto conseguente nefaste soprattutto per i capitoli di spesa riguardanti gli italiani all'estero, ovvero per il bilancio di quella Direzione Generale (DGIEPM) che se ne
occupa.
Con un intervento in corso d'opera (2008) e quattro leggi finanziarie, i capitoli di spesa di tale direzione, relativamente agli italiani all'estero,
hanno avuto una riduzione del 78 per cento e la promozione della lingua e cultura italiana è passata da 34 milioni iniziali del 2008 a poco più di 6 milioni del 2012, con un taglio di circa
l'82 per cento, tra le proteste di parlamentari eletti all'estero e organismi di rappresentanza (CGIE e Comites).
La proposta culturale dell'italiano nel mondo viene promossa attraverso le scuole all'estero, i lettorati e i corsi di lingua e cultura italiana. Questi
ultimi costituiscono il mezzo più diffuso per l'insegnamento dell'italiano e rappresentano lo strumento strategico principe di diffusione e promozione della lingua e della cultura italiana
all'estero. Grazie ad essi, l'Italia ha tratto e trarrà benefici non solo d'immagine, ma anche in termini di ritorno economico, turistico e commerciale. Altri grandi Paesi europei cole
l'Inghilterra, la Francia e la Germania – ma anche la Spagna – spendono di gran lunga più di noi in questo settore, come è nitidamente emerso nell'audizione del British Council e
dell'Istituto Francese, svoltasi nella Commissione affari esteri della Camera nell'ambito dell'indagine sulla promozione della nostra lingua e della nostra cultura.
Il numero dei frequentanti l'italiano a livello mondiale è attestato intorno alle 600.000 - unità nelle sole “classi dell'obbligo”. In Svizzera, a
fronte di una comunità di circa 520.000 italiani, i corsisti sono 13.000. Questo “miracolo” è dovuto soprattutto all'impegno degli Enti gestori e dei loro docenti, attivi nel reclutamento
degli alunni.
Nel mese di marzo gli Enti gestori hanno licenziato cautelativamente i docenti, poiché con le risorse che hanno possono giungere al massimo alla
conclusione dell'anno scolastico, a fine giugno, mentre per la ripresa dell'anno scolastico in agosto (i bilanci sono per anno solare) - salvo interventi straordinari, chiuderanno i
battenti.
Cosa si può fare ancora? Io credo che il Governo sia ancora in tempo per emanare un provvedimento tampone reperendo le risorse minime occorrenti per
arrivare alla fine dell'anno ed evitare la messa in liquidazione di un patrimonio, gli Enti gestori, che oltretutto mettono in campo una buona dose di volontariato. Occorre soprattutto
pensare alle migliaia di ragazzi che a fine luglio, nell'indifferenza generale delle rappresentanza dello Stato all'estero, non potranno più frequentare i corsi di lingua italiana, il che è
tutto dire.
Published by royalmonacoriviera
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ARTE & CULTURA