31 Décembre 2011
ROYAL MONACO RIVIERA WEB MAGAZINE
PRESENTS:
Il Lago dei Cigni, celebre balletto tardo romantico andato in scena alla corte dello zar, continua le sue innumerevoli metamorfosi. Non è solo l’eterna contrapposizione del bene e del
male insita nella fiaba, quanto l’interessante e complessa partitura musicale di Tchaikovskij che ispirare molteplici digressioni e ricreata ora dall’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo,
diretta da Nicolas Borochot. Quest’ultima versione è stata chiamata dal suo autore, Jean Christophe Maillot, direttore dei Balletti di Montecarlo, semplicemente Lac. Presentata
durante le feste di fine anno al Forum Grimaldi di Monaco, ha ricevuto dal numerosissimo pubblico consensi entusiasti e ora è in partenza per Madrid, dove si fermerà dal 6 al 14 gennaio.
Intatta la partizione del balletto in tre atti, è stata cambiata la trama, anche se i due cigni, bianco e nero si contendono sempre l’amore del principe. Qui l’importanza, anche della mala
sorte, investe i parenti, i genitori del principe Siegfried e il mago Rothbarth. Maillot la disegna donna, splendida nelle fattezze di Bernice Coppieters, che in gioventù sembra abbia avuto dal
re la figlia Odette, cigno nero, che vorrebbe unire al principe, dopo aver rapito la sua amichetta del cuore della fanciullezza, Odette, cigno bianco. Il racconto può sembrare complesso, ma le
danze che si dipanano e che interessano tutta la splendida compagnia di cinquanta elementi, colgono i momenti più significativi della storia, creando attesa ed emozioni. Una sapiente
scenografia nelle mille tonalità del grigio di Ernest Pignon-Ernest, accarezza tutti i protagonisti in abiti classici rivisitati. E ai giovani, agli amici del principe, che la tragedia solo
sfiora, è consentita la gioia e i colori accesi. Tra loro eccezionale per verve, l’amico del principe, Jeroen Verbruggen, ottima l’interpretazione dei protagonisti, Stephan Bourgond e
Anja Beherend, e sempre sorprendente come Sa Majesté La Nuit, alias il mago Rothbart, Bernice Coppieters.
E il finale non lo sveliamo…
da Aurora Marsotto
www.mamurio.it