IL PRIMO WEB MAGAZINE AL MONDO DI MONACO DIVENUTO CARTACEO.
UNA CONTROTENDENZA CHE FA PROSELITI.
JUIN BLOG RANK 75
LA "BALLATA" DEL MASPRONE
Inizia cosi' la ballata (non nel senso musicale bensi' quello più casareccio derivato da
"balle") di Ilio Masprone con un anatema nei miei confronti per avergli "copiato" (sic) il MONACO JOURNAL!
Sta studiando se è il caso di querelarmi ma lo attendo al guado e voi lettori dedurrete
chi dovrebbe, in limite limitis, esporre denuncia per diffamazione.
Noto per le gaffes comportamentali nell'ambito giornalistico, tra le quali l'ultima
ciliegina è stata la nuova testata del cartaceo Monaco Journal con tanto di emblema del Principato a centro senza alcuna autorizzazione, a meno che non la ritenesse tale essendo stato insignito
in passato dall'onorificenza di cavalierato. Fossimo a Milano direi che è un "pirla" senza temere di essere condannato dal Tribunale visto che una sentenza andata in giudicato ha assolto il
Presidente della Regione Lombardia, Formigoni, per aver apostrofato con questo termine un avversario politico.
Gli consiglierei, inoltre, di farsi un controllo cerebrale per misurare il livello della
memoria per prevenire il rischio dell'Alzheimer in quanto scrive "bischerate" ( alias cavolate sciacquate nell'Arno) come dimostro qui di seguito:
- Masprone dimentica (o mente), affermando di avermi cacciato per comportamento scorretto:
Dopo un prolungato periodo di prova della pubblicazione Royal Monaco Journal, ovvero tre
edizioni bimensili e, conseguentemente, sei mesi di attesa per soddisfare i solleciti di un accordo finanziario per l'uso del mio marchio, logo ed articoli provenienti dal web Royal Monaco
Riviera, gli trasmetto una raccomandata R/R in cui propongo le mie condizioni per fissare un contratto di collaborazione:
data limite il 1°maggio 2012 (Festa del Lavoro e mio anniversario). Ora, Masprone aveva già in atto le pratiche per la creazione di una sede editoriale nel Principato dove avrebbe operato dando
una nazionalità al Foglio Italiano ed al Royal Monaco Journal, suo annesso, ma senza proporre quote di partecipazione al sottoscritto.... Il concetto era semplice: valorizzare il tutto,
incamerare pubblicità, ed eventualmente vendersi le quote spartendo? la torta (con chi?) in un secondo tempo....
Mi risponde che non puo' accettare le mie condizioni, (che poi non erano affatto capestro
perché chiedevo un compenso pari allo smig ed una partecipazione minima sulla pubblicità). Dice, inoltre, che gli articoli li trova altrove anche senza il Royal Monaco, ma capisce le mie
necessità finanziarie.
Ecco di seguito copia della corrispondenza mail terminale e giudicate voi se mi ha
cacciato o meno per i motivi che adduce:
De :Ilio Masprone <iliomasprone@tiscali.it> À : 'luigi MATTERA' <luigimattera@yahoo.fr> Envoyé le : Dimanche 29 avril 2012 18h08 Objet : R: RISPOSTA AL TUO MAIL ODIERNO
Caro Luigi, ho sempre saputo dei tuoi problemi e me ne dispiace
molto. Ma ognuno di noi deve fare le proprie scelte e considerazioni nel cercare di risolvere al meglio i propri problemi nonostante le difficoltà del momento per tutti.
Fino ad oggi RMJ non solo non ha reso nulla,
ma è addirittura sotto di ben 4.000,00 Euro, tutto compreso, e non sò se riuscirà a pareggiare i conti. Forse un giorno, ma per ora i dati realistici sono questi.
L’idea di chiamarlo RMJ è certamente affascinante, ma non è
servita comunque - per ora - allo scopo di avere nuovi inserzionisti che per amore del nome abbiano voluto concedere della pubblicità. E tu lo hai anche verificato.
Poi credo che un giornale possa avere un nome che valga un altro,
se mai credo sia più importante il contenuto che propone.
Poi, il fatto che tu consideri questa collaborazione al quanto
misera, dal punto di vista economica, sappi che non è così e te l’ho detto più volte. E ti garantisco anche che sono in grado di riempirlo di articoli comunque anche senza prendere quelli del tuo
sito. Te ne darò un esempio sul numero di giugno.
Quanto alla concessione del titolo, mi sembrava di aver capito che
fosse a titolo gratuito, ma se non è così francamente preferisco trovare alternative: sono ancora in tempo.
Cosa posso aggiungere a quanto già espresso ma mi fa piacere che tu abbia compreso
le mie reali necessità!
Sono più che certo che tu possa risolvere il problema del titolo cosi' come quello
dei contenuti: il solo vantaggio per eventuali inserzionisti pubbicitari era quello di ritrovarsi gli inserti redazionali pubblicati anche nel sito web.
Avendo avuto altra fortuna economica avrei potuto continuare a scrivere per te
anche per il solo piacere di farlo ma sappi che, da un punto di vista materiale, mi sono orientato sul giornalismo web, dopo aver tentato quello paramedico, per avere opportunità future di
lavoro, visto che la mia età ha spaventato molti interlocutori nonostante la poliedricità delle mie competenze.
Auguriamoci entrambi buona fortuna anche nella ricerca per te di un nuovo buon
titolo ma, soprattutto, di inserzionisti e domani daro' conferma al mio futuro editore affinché sottoscriva il contratto.
Un caro salutto
LUIGI
Masprone confonde ancora legalità e realtà, quando afferma che uso lo stesso tipografo del Monaco Journal. Leggo che la tipografia
scelta si chiama Petrilli International di Ventimiglia, diversa da quella utilizzata per la mia edizione e che, perdippiù, presenta una impostazione grafica diversa dal
Royal Monaco.
Non so se la carta sia la stessa ma, in ogni caso, la tipografia da me utilizzata è quella delle precedenti edizioni del Royal Monaco,
GRAFICOLOR non quella del Monaco Journal.
Per una sua svista mi ha lasciato inserito ancora tra i collaboratori qui sopra...
Deducevo, in ultima analisi, che esista, incredibilmente, una mancanza di buonsenso voler protestare per uso tipografo e carta improprio,
erigendosi a proprietario di un monopolio grafico e di stampa senza neanche averne registrato una specificità, marchio etc . al relativo ufficio marchi nazionale; ed è anche andato a protestare,
recentemente, contro il "tipografo abbandonato" per rivolgersi alla Petrilli International... .
Come segnalavo inizialmente, nel Monaco Journal distribuito ai primi di giugno, non potendo più usufruire del mio logo composto da
corona ed iniziali RM, Masprone ha inserito nel centro il marchio del Principato di Monaco, con le conseguenze di cui è già a conoscenza e che, seppure indirettamente, potrebbero influire
negativamente sull'immagine del Royal Monaco e non viceversa, come afferma parlando di confusione. Insomma, se c'è confusione, questa è mentale!
Per quanto riguarda la struttura del Royal Monaco,
Masprone parla nell'edizione n°2 pag 5, "il nostro Royal Monaco Journal, primo blog monegasco tradotto in cartaceo, che ha anche un suo omonimo sito...", confermandone la radice
di appartenenza,web, e l'idea creativa editoriale che ha colto al balzo quando gliel'ho proposta dopo che, per mancanza di sostegno economico, gli iniziali due partners che ne avevano
approvato il progetto si erano, in seguito, disimpegnati.
Il termine ROYAL, dopo avermi cacciato, sarebbe stato cambiato perchè troppo lungo!
Sic.
E, colmo dei colmi, dice anche che ha cambiato la grafica! Ma cosa cerca, allora? Forse è una scusa per deviare l'attenzione da qualcosa in atto? Il
tempo ci darà ragione.
I
Infine, affermando che non sono giornalista (in Italia) nonostante il migliaio di articoli e comunicati pubblicati nel sito web e del centinaio
stampati nel cartaceo, tra Il Foglio Italiano ed il RM, allora diro' che Ilio Masprone non è un "giornalista professionale" ma un publicista iscritto all'albo, e che non vende il suo giornale
(inserto de Il Foglio It.) per unire al guadagno di ogni singola copia quello ottenuto da laute inserzioni pubblicitarie. Detengo due lauree: triennale in Relazioni Pubbliche
(Comunicazione) e quadriennale in Lingue e Letterature Straniere. Per essere giornalisti, in Italia, nonostante le varie richieste di riforma del governo Monti, (vedi articoli di Franco
Abruzzo da reperire sul mio giornale web), non è necessaria la Laurea ma basta la licenza media, in contraddizione con le disposizioni UE. Sono stato per un ventennio consulente FERPI
(Federazione Relazioni Pubbliche Italiane - Milano) e redattore a Monaco della rivista aziendale della Texaco per un decennio. Sono divenuto editore factotum pro-tempore, grazie anche all'aiuto gratuito della DEBECOMMUNICATION con una edizione speciale dedicata ad un'opera
caritativa francese per aiutare bimbi africani sfigurati da curare in Francia.
Una scelta "unfair", direbbero gli inglesi, quella di Masprone intervenendo contro il sottoscritto e questa
pubblicazione con pretese infantili e diffamatorie.
Les conflits de haute intensité ne se limitent plus au seul champ militaire ou paramilitaire. La
guerre économique n’est pas un fantasme ou une métaphore facile, mais une réalité pour les entreprises
et les Etats les plus impliqués dans la mondialisation. Les trafics illicites de produits de contrefaçon
et de contrebande sont tels qu’ils sont assurés de détruire les jeunes démocraties encore vacillantes si
des dispositions répressives draconiennes ne sont pas prises rapidement.
Enfin, et c’est tout l’objet de l’engagement de la Fondation WAITO, les crises qui affectent
déjà directement les populations sont d’ordre environnemental et sanitaire. Les conséquences de
ces crises économiques successives en pleine période de mutation planétaire combinée à une
explosion démographique sont porteurs de marchés de masse de produits non contrôlés, non normalisés,
non conformes, et donc porteurs de tensions sociétales et de ruptures en chaîne. Nous pensons
par exemple à l’anti-paludisme. A force de laisser vendre des médicaments sous-dosés, en dehors de
tout contrôle sanitaire, ce n’est pas de pandémie qu’il faudra craindre, mais de résistance de la
maladie aux seuls principes actifs efficaces connus aujourd’hui. Dans ces conditions, au-delà de la
catastrophe sanitaire, ce sera l’arrêt quasi total de la population active et donc fatalement l’arrêt de la
survie économique d’un pays !
C’est pourquoi, avec l’aide de Bernard Marquet, Député Monégasque très actif au Conseil de
l’Europe et Membre du Conseil de la WAITO, il nous a semblé opportun de créer au sein de la Principauté
de Monaco, l’Association WAITO MONACO ENVIRONMENT, dédiée à la lutte internationale contre
la criminalisation de l’environnement.
Le crime organisé se comporte comme un prédateur face aux répercussions des
changements climatiques sur les populations. Or, compte tenu de l’engagement de son Altesse Sérénissime
le Prince Albert II de Monaco et du Gouvernement Monégasque en matière de protection
de l’environnement, de l’enfance et d’aide aux populations en souffrance, notre Fondation a souhaité
les accompagner dans leurs multiples actions humanitaires, en amenant son expertise des politiques
de préventions auprès des Etats et des populations en danger ainsi que de dissuasion face aux
menaces criminelles.
A propos : La Fondation WAITO est un organisme non gouvernemental qui s’est donné pour
mission d’alerter la communauté internationale des dangers de la contrefaçon. La fondation suisse
se propose, pour lutter contre les trafics illicites, de sensibiliser les grands acteurs de la
politique mondiale aux risques sanitaires et sécuritaires encourus par les consommateurs. Pour ce faire,
la fondation WAITO veille et mesure les évolutions de ces trafics afin de délivrer un état des lieux
détaillé et des solutions de lutte concrètes aux Etats et l’opinion publique.
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Pension tensions excite European press
The social unrest sweeping Europe reached the yacht-lined shores of the Mediterranean principality of Monaco on Thursday, where hundreds of workers took to the streets to protest planned pension
reforms, German news agency DPA reported. Between 800 and 1,000 people demonstrated over the government‘s plans to increase workers‘ and employers‘ pension contributions, according to police
figures. The government says increased life expectancy makes the current pension system untenable. In 1970, workers in Monaco drew down a pension for seven years on average before they died.
Today‘s pensioners live on for an average of 19 years after they retire. “If we don‘t take steps we won‘t be able to cover pension payments," the government has warned. The trade union
federation, which called Thursday‘s demonstration, says the government is being alarmist and that the state pension fund has several years of pensions in reserves. The USM says the reforms would
effectively end retirement at 60. Prince Albert II has called an extraordinary session of parliament in September to debate the reforms.
Prince Albert to offer 38 historic cars in auction
Prince Albert is putting up for sale 38 cars from the Principality’s motor museum. The vehicles were collected over time by his father, Prince Rainier. Many of the cars are typical of their time
and in exquisite condition but are not expected to make huge prices. Estimates range from less than €10,000 to €35,000. The sale will be held on July 26 at the Terrasses de Fontvieille Museum.
Among the cars going under the hammer are a Citroën Traction 11c Commerciale, 1955, with an estimated sale price of between €12,000 and €16,000 euros and a pre-war Austin 7 tourer, which is
expected to make between €6,000 and €10,000, according to the auctioneers, Artcurial. There are no reserve prices. The site of the Prince’s motor museum is due for redevelopment. PHOTO:www.monacolife.net
Ladies Lunch aids autistic children and families
The Ladies Lunch Monte-Carlo Association raised more than € 33,000 at its lunch yesterday at the Hotel Metropole Monte-Carlo. The funds will be entirely donated to the association AMEA, the
Monegasque Association for Autistic Children. Everything was made possible thanks to the sponsorship of Montblanc who exhibited some of their most beautiful jewellery pieces from their
Princess Grace de Monaco collection, followed by magnificent fashion show with the models wearing exquisite Montblanc jewels... MORE &PHOTO: www.monacolife.net
Best of Bordeaux on borders of Monaco
Friday July 6will be an exceptional eveningfor lovers of the winesof Bordeaux. A tasting event has
been organised on the border of Monaco at the A'TREGO sky bar overlooking the sea. Wine lovers will be able to sample the finest Bordeaux red, white and sweet wines, including
its most prestigious appellations, St.-Julien, Margaux, Pauillac, St. Estephe, Pessac-Leognan, Graves, Saint-Emilion, Pomerol, Sauternes, Barsac, Listrac, Moulis, Medoc and more. Members of
the Union des Grands Crus will be on hand for a presentation of wines never before all gathered anywhere on the Riviera… MORE & PHOTO: www.monacolife.net
US Rep to stay away from OSCE meeting
It appears that only one member of the US Congress will come to Monaco for the annual OSCE meeting of parliamentarians next month, or possible none at all. Rep. Chris Smith told the Washington
Post yesterday that he had always opposed the venue: “I couldn’t believe they picked Monaco” as the site, he told the paper. The Principality was described in the article as the
“pricey gambling mecca on the Riviera.” Smith is chairman of the House human rights subcommittee.
Renault plans lower break-even
Renault aims to reduce the point at which it covers its costs to 2.4 million cars per year, down from 2.6 million, its chief operating offer Carlos Tavares told the Automotive News Europe
congress in Monaco yesterday.
PHOTO: We now have a photo of Wednesday’s event with FANB students at which Princess Charlene and Princess Caroline made awards… PHOTO: www.monacolife.net
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E’ allarme in Europa. Ungheria: deputato di estrema destra si sottopone al test per ‘la purezza della razza’.
Lydia Gall: “Azioni del genere aumenteranno solo l'odio razziale verso le minoranze, in particolare ebrei e rom”
di Maria Rosa Tamborrino
Parlamentare ungherese si sottopone al test per la purezza razziale- Lo scandalo è venuto fuori solo pochi giorni fa, a Budapest, quando su vari siti internet è stato pubblicato il resoconto del Nagy Gén, un laboratorio privato,
che ha diffuso il certificato del test genetico fatto da un deputato ungherese per dimostrare la ‘purezza etnica’ e per provare di non appartenere ad etnie rom o ebree. Il deputato si è
sottoposto ad un test genetico dove sono stati analizzati 18 marcatori del suo Dna. Il nome del politico che si è sottoposto al test è stato oscurato, ma, secondo fonti della stampa locale, si
tratterebbe di un parlamentare dell’ultradestra di Jobbik , partito che sta aumentando sempre di più la sua fama e che, nelle ultime elezioni del 2010 in Ungheria ha ottenuto il 17% di
voti.
Condanna da parte della comunità scientifica- Appena la notizia è apparsa in rete, già nel marzo scorso quando un sito di estreme destra ne aveva pubblicato i risultati, è arrivata subito la condanna da
parte dell’opinione pubblica, e soprattutto, quella di tutta la comunità scientifica. Il Consiglio per la ricerca medica in Ungheria (Ett) è insorto e ha definito ‘professionalmente sbagliato,
eticamente inaccettabile e illegale’ il documento avviando le procedure per un'inchiesta.
Allarme da parte delle associazioni per i diritti umani- Una delle maggiori ricercatrici di Human Rights Watch per i Balcani e l’Europa, Lydia Gall, raggiunta al telefono da alcuni giornalisti, ha commentato il fatto
dichiarandosi allarmata, sia per la situazione che sta vivendo negli ultimi anni una nazione come l’Ungheria, sia per il fatto in sé per sè: “Nella situazione di grave tensione nazionalistica che
vive l'Ungheria, dove la violenza razziale contro i Rom è in crescita, è preoccupante che un deputato sia ricorso a un attestato di ‘purezza razziale’ per "confermare ‘la sua "purezza’ ungherese
ai potenziali elettori. Azioni del genere aumenteranno solo l'odio razziale verso le minoranze, in particolare ebrei e rom”.
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Pubblichiamo lo schema del Dpr
che riforma gli “altri” ordinamenti
professionali. Bisogna attendere il
parere del Consiglio di Stato e quello
del Parlamento prima che venga
riapprovato dal Consiglio dei
ministri e pubblicato in Gazzetta.
I giornalisti di fatto esclusi dalla riforma
e umiliati dal duo Monti-Severino.
In contrasto con le direttive della Ue,
non obbligatoria la laurea
per l’accesso al giornalismo
professionale. Basta, come oggi,
la quinta elementare.
La deontologia resta ai
Consigli dell’Ordine
in carica fino all’entrata
in funzione dei Consigli
territoriali di disciplina
e del Consiglio nazionale
di disciplina. Tutto come
prima per i pubblicisti.
FRANCO ABRUZZO:
"Non cambia nulla: siamo
figli di un dio minore".
Articolo 6 (comma 2): “Ai fini dell'iscrizione nel registro dei praticanti è necessario aver conseguito la laurea o il diverso titolo di istruzione (quinta elementare per i giornalisti ex art. 33
della legge 69/1963, ndr) previsti dalla legge per l’accesso alla professione regolamentata, ferme restando le altre disposizioni previste dall’ordinamento universitario”. Franco Abruzzo. “A
questo punto la diversità dei giornalisti rispetto agli altri professionisti italiani ci espone al ridicolo. E’ meglio abolire l’Ordine e adottare la soluzione francese: la ‘Carta di giornalista’
a chi fa sul campo il giornalista in base ai contratti individuali di lavoro. Basta la tutela sindacale. E’ evidente la inutilità dei master universitari a meno che non vengano democraticamente
aperti anche a chi possiede la licenza elementare”.
L’articolo 33 della legge 69/1963 dice: “Per l'iscrizione nel registro dei praticanti è necessario altresì avere superato un esame di cultura generale, diretto ad accertare l'attitudine
all'esercizio della professione. Tale esame dovrà svolgersi di fronte ad una Commissione, composta da 5 membri, di cui 4 da nominarsi da ciascun Consiglio regionale o interregionale, e scelti fra
i giornalisti professionisti con almeno 10 anni di iscrizione. Il quinto membro, che assumerà le funzioni di presidente della Commissione, sarà scelto fra gli insegnanti di ruolo di scuola media
superiore e nominato dal provveditore agli studi del luogo ove ha sede il Consiglio regionale o interregionale. Le modalità di svolgimento dell'esame saranno determinate dal regolamento. Non sono
tenuti a sostenere la prova di esame, di cui sopra, i praticanti in possesso di titolo di studio non inferiore alla licenza di scuola media superiore”. Lo schema del decreto e le osservazioni
dell’Odg.
Schema di Decreto del Presidente della Repubblica recante “Riforma degli ordinamenti professionali
in attuazione dell’articolo 3, comma 5, del decreto-legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011 n. 148”
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l’articolo 87, comma quinto, della
Costituzione;
Visto l’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n.
400;
Visto l’articolo dell’articolo 3, comma 5, del decreto-legge 13 agosto 2011 n.
138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011 n. 148;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri del15 giugno 2012;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per
gli atti normativi nell’adunanza del …;
Acquisiti i pareri delle competenti commissioni della Camera dei deputati e del
Senato della Repubblica, resi rispettivamente in data ... ;
Vista la definitiva deliberazione del Consiglio dei Ministri del ...
;
Sulla proposta del Ministro della giustizia;
Emana il seguente regolamento:
CAPO I. DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1 (Definizione e ambito di
applicazione)
1. Ai fini del presente decreto:
a) per «professione regolamentata» si intende l’attività, o l’insieme delle
attività, riservate per espressa disposizione di legge o non riservate, il cui esercizio è consentito solo a seguito di iscrizione in ordini o collegi o in ogni caso in albi, registri ed elenchi
tenuti da amministrazioni o enti pubblici, quando la iscrizione è subordinata al possesso di qualifiche professionali o all'accertamento delle specifiche professionalità, e, in ogni caso,
l’attività esercitata con l'impiego di un titolo professionale il cui uso è riservato a chi possiede una qualifica professionale;
b) per «professionista» si intende l’esercente la professione regolamentata di
cui alla lettera a). 2
2. Il presente decreto si applica alle professioni regolamentate e ai relativi
professionisti.
Art. 2 (Accesso ed esercizio dell’attività
professionale)
1. Ferma la disciplina dell’esame di Stato e fermo quanto previsto dal presente
articolo, l’accesso alle professioni regolamentate è libero. Sono vietate limitazioni alle iscrizioni agli albi professionali, quando esistenti, che non sono fondate su espresse previsioni
inerenti al possesso o al riconoscimento dei titoli previsti dalla legge per la qualifica e l’esercizio professionale, ovvero alla mancanza di condanne penali o disciplinari irrevocabili o ad
altri motivi imperativi di interesse generale.
2. L’esercizio della professione è libero e fondato sull’autonomia e
indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnico. La formazione di albi speciali, legittimanti a specifici esercizi dell’attività professionale, fondati su specializzazioni ovvero titoli o esami
ulteriori, è ammessa solo su previsione espressa di legge.
3. Non sono ammesse limitazioni, in qualsiasi forma, anche attraverso previsioni
deontologiche, del numero di persone titolate a esercitare la professione, con attività anche abituale e prevalente, su tutto o parte del territorio dello Stato, salve deroghe espresse fondate su
ragioni di pubblico interesse, quale la tutela della salute. Sono fatti salvi gli obblighi e i limiti di prestazione professionale in una determinata area geografica, parimenti fondati su ragioni
di interesse pubblico, stabiliti per l’esercizio dell’attività notarile. Sono altresì fatte salve le limitazioni derivanti dall’attività assunta alle dipendenze di enti o di altri professionisti,
funzionali alle finalità degli enti e al rapporto contrattuale con i professionisti.
4. Sono in ogni caso vietate limitazioni discriminatorie anche indirette,
all’accesso e all’esercizio della professione, fondate sulla nazionalità del professionista o sulla sede legale dell’associazione professionale o della società tra
professionisti.
Art. 3 (Albo unico nazionale)
1. Gli albi territoriali relativi alle singole professioni regolamentate, tenuti
dai rispettivi consigli dell’ordine o del collegio territoriale, sono pubblici e recano l’anagrafe di tutti iscritti, con l’annotazione dei provvedimenti disciplinari adottati nei loro
confronti.
2. L’insieme degli albi territoriali di ogni professione costituisce l’albo
unico nazionale degli iscritti, tenuto dal consiglio nazionale competente. I consigli territoriali forniscono senza indugio per via telematica ai consigli nazionali tutte le informazioni
rilevanti ai fini dell’aggiornamento dell’albo unico nazionale.
Art. 4 (Libera concorrenza e pubblicità
informativa)
1. E’ ammessa con ogni mezzo la pubblicità informativa avente ad oggetto
l’attività delle professioni regolamentate, le specializzazioni, i titoli posseduti attinenti alla professione, la struttura dello studio professionale e i compensi richiesti per le
prestazioni.
2. Le informazioni pubblicitarie di cui al comma 1 devono essere funzionali
all’oggetto, veritiere e corrette, non devono violare l’obbligo del segreto professionale e non devono essere equivoche, ingannevoli o denigratorie.
3. La violazione della disposizione di cui al comma 2 costituisce illecito
disciplinare.
Art. 5 (Obbligo di assicurazione)
1. Il professionista è tenuto a stipulare, anche per il tramite di convenzioni
collettive negoziate dai consigli nazionali degli ordini o collegi o da associazioni professionali o da casse o enti di previdenza, idonea assicurazione per i danni derivanti dall’esercizio
dell’attività professionale, comprese le attività di custodia di documenti e valori ricevuti dal cliente. Il professionista deve rendere noti al cliente, al momento dell’assunzione dell’incarico,
gli estremi della polizza professionale, il relativo massimale e ogni variazione successiva.
2. La violazione della disposizione di cui al comma 1 costituisce illecito
disciplinare.
Art. 6 (Tirocinio per l’accesso)
1. Il tirocinio professionale, obbligatorio e della durata di diciotto mesi,
consiste nell'addestramento, a contenuto teorico e pratico, del praticante, finalizzato a conseguire le capacità necessarie per l'esercizio e la gestione organizzativa della
professione.
2. Presso il consiglio dell'ordine o del
collegio territoriale è tenuto il registro dei praticanti, l'iscrizione al quale è condizione per lo svolgimento del tirocinio professionale. Ai fini dell'iscrizione nel registro dei praticanti è
necessario aver conseguito la laurea o il diverso titolo di istruzione previsti dalla legge per l’accesso alla professione regolamentata, ferme restando le altre disposizioni previste
dall’ordinamento universitario.
3. Il professionista affidatario deve avere almeno cinque anni di anzianità, è
tenuto ad assicurare che il tirocinio si svolga in modo funzionale alla sua finalità e non può assumere la funzione per più di tre praticanti contemporaneamente, salva la motivata autorizzazione
rilasciata dal competente consiglio territoriale previa valutazione dell'attività professionale del richiedente e dell'organizzazione del suo studio.
4. Il tirocinio può essere svolto, in
misura non superiore a sei mesi, presso enti o professionisti di altri Paesi con titolo equivalente e abilitati all'esercizio della professione. Il tirocinio può essere altresì svolto per i primi
sei mesi, in presenza di specifica convenzione quadro tra il consiglio nazionale, il ministro dell’istruzione, università e ricerca, e il ministro vigilante, in concomitanza con l’ultimo anno del
corso di studio per il conseguimento della laurea necessaria. I consigli territoriali e le università pubbliche e private possono stipulare convenzioni, conformi a quella di cui al periodo
precedente, per regolare i reciproci rapporti.
5. Lo svolgimento del tirocinio è
incompatibile con qualunque rapporto di impiego pubblico. Il tirocinio può essere svolto contestualmente ad attività di lavoro subordinato privato, purché con modalità e orari idonei a
consentirne l'effettivo svolgimento. Sul rispetto di tale disposizione vigila il locale consiglio dell’ordine o collegio.
6. Il tirocinio professionale non determina l'instaurazione di rapporto di
lavoro subordinato anche occasionale, fermo quanto disposto dall’art. 9, comma 4, ultimo periodo, del decreto legge 24 gennaio 2012 n. 1, convertito con modificazioni dalla legge 24 marzo 2012 n.
27.
7. L’interruzione del tirocinio per oltre sei mesi, senza giustificato motivo,
comporta l’inefficacia, ai fini dell’accesso, di quello previamente svolto.
8. I praticanti osservano gli stessi doveri e norme deontologiche dei
professionisti e sono soggetti al medesimo potere disciplinare.
9. Il tirocinio, oltre che nella pratica svolta presso uno studio professionale,
consiste altresì nella frequenza obbligatoria e con profitto, per un periodo non inferiore a sei mesi, di specifici corsi di formazione professionale organizzati da ordini o collegi o
associazioni di iscritti agli albi, nonché dagli altri soggetti autorizzati dai ministri vigilanti.
10. Il ministro vigilante, sentito il consiglio nazionale dell’ordine o
collegio, disciplina con regolamento, da emanarsi entro un anno dall’entrata in vigore del presente decreto:
a) le modalità e le condizioni per l'istituzione dei corsi di formazione di cui
al comma 9, in modo da garantire la libertà e il pluralismo dell'offerta formativa e della relativa scelta individuale;
b) i contenuti formativi essenziali dei corsi di
formazione;
c) la durata minima dei corsi di formazione, prevedendo un carico didattico non
inferiore a duecento ore;
d) le modalità e le condizioni per la frequenza dei corsi di formazione da parte
del praticante nonché quelle per le verifiche intermedie e finale del profitto, affidate a una commissione composta da professionisti e docenti universitari, in pari numero, e presieduta da un
docente universitario, in modo da garantire omogeneità di giudizio su tutto il territorio nazionale. Ai componenti della commissione non sono riconosciuti compensi, indennità o gettoni di
presenza.
11. Il ministro vigilante, previa verifica, su indicazione del consiglio
nazionale dell’ordine o collegio, dell’idoneità dei corsi organizzati a norma del comma 9 sul territorio nazionale, dichiara la data a decorrere dalla quale la disposizione di cui al medesimo
comma è applicabile al tirocinio.
12. Il consiglio dell'ordine o collegio presso il quale è compiuto il tirocinio
rilascia il relativo certificato. Il certificato perde efficacia decorsi cinque anni senza che segua il superamento dell’esame di Stato quando previsto.
13. Le disposizioni del presente articolo si applicano ai tirocini iniziati dal
giorno successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto.
Art. 7 (Formazione continua)
1. Al fine di garantire la qualità ed efficienza della prestazione
professionale, nel migliore interesse dell’utente e della collettività, e per conseguire l’obiettivo dello sviluppo professionale, ogni professionista ha l'obbligo di curare il continuo e
costante aggiornamento della propria competenza professionale. La violazione dell’obbligo di cui al periodo precedente costituisce illecito disciplinare.
2. Il ministro vigilante, sentito il consiglio nazionale dell’ordine o collegio,
disciplina con regolamento, da emanarsi entro un anno dall’entrata in vigore del presente decreto:
a) le modalità e le condizioni per l'assolvimento dell'obbligo di aggiornamento
da parte degli iscritti e per la gestione e l'organizzazione dell'attività di aggiornamento a cura degli ordini o collegi territoriali, delle associazioni professionali e di soggetti autorizzati
dal ministro vigilante;
b) i requisiti minimi, uniformi su tutto il territorio nazionale, dei corsi di
aggiornamento;
c) il valore del credito formativo professionale quale unità di misura della
formazione continua.
3. Con apposite convenzioni stipulate tra i consigli nazionali e le università
possono essere stabilite regole comuni di riconoscimento reciproco dei crediti formativi professionali e universitari. Con appositi regolamenti comuni, da approvarsi previo parere favorevole dei
ministri vigilanti, i consigli nazionali possono individuare crediti formativi professionali interdisciplinari e stabilire il loro valore.
4. L'attività di formazione è svolta dagli ordini e collegi anche in
cooperazione o convenzione con altri soggetti.
5. Le regioni, nell'ambito delle potestà a esse attribuite dall'articolo 117
della Costituzione, possono disciplinare l'attribuzione di fondi per l'organizzazione di scuole, corsi ed eventi di formazione professionale.
6. Resta ferma la normativa vigente sull’educazione continua in medicina
(ECM).
Art. 8 (Incompatibilità)
1. L’esercizio dell’attività professionale è incompatibile esclusivamente con le
attività che ne pregiudicano l’autonomia e indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnico.
2. Restano ferme le incompatibilità previste dalla disciplina del lavoro
pubblico dipendente e quelle inerenti alla professione di notaio.
Art. 9 (Disposizioni sul procedimento disciplinare delle professioni
regolamentate diverse da quelle sanitarie)
1. Presso i consigli dell’ordine o collegio territoriale delle professioni regolamentate
diverse da quelle sanitarie, sono istituiticonsigli di disciplinaterritoriali cui sono affidati i compiti di istruzione e decisione delle questioni disciplinari riguardanti gli iscritti all’albo.
2. I consigli di disciplina territoriali di cui al comma 1 sono composti da 3
consiglieri e 2 consiglieri supplenti. Nel caso di cui al comma 3, secondo periodo, i consigli di disciplina territoriali sono composti da 9 consiglieri e 3 supplenti ovvero, quando i componenti
del consiglio dell’ordine o collegio competente sono in numero inferiore a 12, sono composti da 6 consiglieri e 3 supplenti. I collegi sono composti da 3 consiglieri e sono presieduti dal
componente con maggiore anzianità di iscrizione all’albo.
3. I consigli di disciplina territoriali di cui al comma 1 sono composti dai
componenti del consiglio dell’ordine o collegio territoriale viciniore diversi dal presidente, designati dal presidente stesso secondo l’anzianità di iscrizione all’ordine o collegio. Per i
consigli dell’ordine o collegio situati nei comuni sedi di corti di appello, sono competenti i consigli dell’ordine o collegio che hanno sede nei comuni individuati secondo le corrispondenti
competenze di cui all’articolo 11 del codice di procedura penale. Fuori dei casi di cui al periodo precedente, il consiglio dell’ordine o collegio viciniore di cui al primo periodo è individuato,
tenuto anche conto della distribuzione territoriale degli iscritti all’albo, con regolamento deliberato dal consiglio nazionale dell’ordine o collegio, previo parere favorevole del ministro
vigilante, entro tre mesi dall’entrata in vigore del presente decreto. La nomina di cui al primo periodo avviene entro 30 giorni da quella a consigliere del relativo ordine o collegio
territoriale. La carica di consigliere dell’ordine o collegio territoriale e la carica di consigliere del corrispondente consiglio di disciplina territoriale sono in ogni caso incompatibili. Gli
ordinamenti professionali possono prevedere ulteriori incompatibilità dirette ad assicurare la terzietà del consiglio di disciplina.
4. Le funzioni di presidente del consiglio di disciplina territoriale sono
svolte dal componente con maggiore anzianità di iscrizione all’albo. Le funzioni di segretario sono svolte dal componente con minore anzianità di iscrizione
all’albo.
5. Il presidente del consiglio dell’ordine o collegio di cui al comma 3, primo
periodo, provvede alla immediata sostituzione dei componenti che siano venuti meno a causa di decesso, dimissioni o altra ragione.
6. I consigli di disciplina territoriale restano in carica per il medesimo
periodo dei consigli dell’ordine o collegio territoriale.
7. Presso i consigli nazionali dell’ordine o collegio che decidono in via
amministrativa sulle questioni disciplinari, sono istituiti consigli di disciplina nazionali cui sono affidati i compiti di istruzione e decisione delle questioni disciplinari precedentemente
assegnate alla competenza dei medesimi consigli nazionali.
8. I consigli di disciplina nazionali di cui al comma 7 sono composti da 9
consiglieri e 3 consiglieri supplenti, e i collegi sono composti da 3 consiglieri presieduti dal componente con maggiore anzianità di iscrizione all’albo. La carica di consigliere nazionale
dell’ordine o collegio e di consigliere del corrispondente consiglio di disciplina nazionale sono in ogni caso incompatibili. Gli ordinamenti professionali possono prevedere ulteriori
incompatibilità dirette ad assicurare la terzietà del consiglio di disciplina.
9. Le funzioni di presidente del consiglio di disciplina nazionale sono svolte
dal componente con maggiore anzianità di iscrizione all’albo. Le funzioni di segretario sono svolte dal componente con minore anzianità di iscrizione all’albo.
10. Sono nominati componenti dei consigli nazionali di disciplina di cui al
comma 7, titolari e di seguito supplenti, i primi non eletti alla carica di consigliere nazionale dell’ordine o collegio che abbiano riportato il maggior numero di preferenze e, in caso di parità
di voti, da quelli con maggiore anzianità di iscrizione all’albo. In caso di voti di lista non nominativi, sono nominati i primi non eletti all’interno della lista che ha riportato il maggior
numero di voti. Resta salva la facoltà dei componenti eletti al consiglio nazionale dell’ordine o collegio di optare, entro 30 giorni dalla elezione, per la nomina a consigliere del consiglio
nazionale di disciplina. Nel caso di cui al periodo precedente, per la nomina dei consiglieri del consiglio nazionale dell’ordine o collegio si applicano le vigenti disposizioni elettorali. La
proclamazione della nomina dei componenti dei consigli nazionali di disciplina avviene da parte del ministro vigilante all’esito della comunicazione senza indugio della necessaria documentazione
da parte dei rispettivi consigli nazionali che risolvono ogni contrasto anche sugli esiti delle elezioni ai fini delle nomine dei componenti dei consigli di disciplina. Si applicano le
disposizioni vigenti in materia di controversie elettorali.
11. Alla sostituzione dei componenti che siano venuti meno a causa di decesso,
dimissioni o altra ragione, provvede il ministro vigilante, su proposta formulata senza indugio dal consiglio nazionale dell’ordine o collegio.
12. Per l’attuazione delle disposizioni di cui ai commi precedenti i consigli
nazionali dell’ordine o collegio emanano regolamenti attuativi, entro 90 giorni dall’entrata in vigore del presente regolamento, previo parere favorevole del ministro
vigilante.
13. I consigli di disciplina nazionali restano in carica per il medesimo periodo
dei consigli nazionali dell’ordine o collegio.
14. Fino all’insediamento dei consigli di disciplina territoriali e nazionali di
cui ai commi precedenti, le funzioni disciplinari restano regolate dalle disposizioni vigenti.
15. Restano ferme le altre disposizioni in materia di procedimento disciplinare
delle professioni regolamentate, e i riferimenti ai consigli dell’ordine o collegio si intendono riferiti, in quanto applicabili, ai consigli di disciplina.
16. Il ministro vigilante può procedere al commissariamento dei consigli di
disciplina territoriali e nazionali per gravi e ripetuti atti di violazione della legge, ovvero in ogni caso in cui non sono in grado di funzionare regolarmente. Il commissario nominato provvede,
su disposizioni del ministro vigilante, a quanto necessario ad assicurare lo svolgimento delle funzioni dell’organo fino al successivo mandato, con facoltà di nomina di componenti, tra gli
iscritti all’albo, che lo coadiuvano nell’esercizio delle funzioni predette.
17. Alle professioni sanitarie continua ad applicarsi la disciplina
vigente.
18. Restano altresì ferme le disposizioni vigenti in materia disciplinare
concernenti la professione di notaio.
CAPO II. DISPOSIZIONI CONCERNENTI GLI AVVOCATI
Art. 10. (Domicilio professionale)
1. L’avvocato deve avere un domicilio professionale nell’ambito del circondario
di competenza territoriale dell’ordine presso cui è iscritto, salva la facoltà di avere ulteriori sedi di attività in altri luoghi del territorio nazionale.
Art. 11 (Disposizioni speciali sul tirocinio forense per
l’accesso)
1. Fermo in particolare quanto disposto dall’articolo 6, commi 3 e 4, il
tirocinio può essere svolto presso l'Avvocatura dello Stato o presso l'ufficio legale di un ente pubblico o di ente privato autorizzato dal ministro della giustizia o presso un ufficio
giudiziario, per non più di dodici mesi.
2. Il tirocinio deve in ogni caso essere svolto per almeno sei mesi presso un
avvocato iscritto all’ordine o presso l’Avvocatura dello Stato o presso l’ufficio legale di un ente pubblico o di un ente privato autorizzato dal ministro della
giustizia.
3. Fermo quanto previsto dal comma 2, il diploma conseguito presso le scuole di
specializzazione per le professioni legali di cui all'articolo 16 del decreto legislativo 17 novembre 1997, n. 398, e successive modificazioni, è valutato ai fini del compimento del tirocinio per
l'accesso alla professione di avvocato per il periodo di un anno. In tal caso non si applica l’articolo 6 comma 9.
4. Il praticante può, per giustificato motivo, trasferire la propria iscrizione
presso l'ordine del luogo ove intende proseguire il tirocinio. Il consiglio dell'ordine autorizza il trasferimento, valutati i motivi che lo giustificano, e rilascia al praticante un certificato
attestante il periodo di tirocinio che risulta regolarmente compiuto.
5. L'attività di praticantato presso gli uffici giudiziari è disciplinata da
specifico decreto, da emanare entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto, dal ministro della giustizia, sentiti il consiglio superiore della magistratura e il consiglio
nazionale forense. I praticanti presso gli uffici giudiziari assistono e coadiuvano i magistrati che ne fanno richiesta nel compimento delle loro ordinarie attività, anche con compiti di studio,
e ad essi si applica l'articolo 15 del testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957,
n. 3. Al termine del periodo di formazione il magistrato designato dal capo dell'ufficio giudiziario redige una relazione sull'attività e sulla formazione professionale acquisita, che viene
trasmessa al consiglio dell’ordine competente. Ai soggetti previsti dal presente comma non compete alcuna forma di compenso, di indennità, di rimborso spese o di trattamento previdenziale da
parte della pubblica amministrazione. Il rapporto non costituisce ad alcun titolo pubblico impiego. Fino all’emanazione del decreto di cui al primo periodo, continua ad applicarsi, al riguardo,
la disciplina del praticantato vigente al momento di entrata in vigore del presente decreto.
6. Il praticante avvocato è ammesso a sostenere l'esame di Stato nella sede di
corte di appello nel cui distretto ha svolto il maggior periodo di tirocinio. Quando il tirocinio è stato svolto per uguali periodi sotto la vigilanza di più consigli dell'ordine aventi sede in
distretti diversi, la sede di esame è determinata in base al luogo di svolgimento del primo periodo di tirocinio.
CAPO III DISPOSIZIONI CONCERNENTI I NOTAI
Art. 12 (Accesso alla professione
notarile)
1. Possono ottenere la nomina a notaio tutti i cittadini italiani e i cittadini
dell’Unione Europea che siano in possesso dei requisiti di cui all’articolo 5 della legge 16 febbraio 1913 n. 89, compreso il superamento del concorso notarile, fermo il diritto dei cittadini
dell’Unione Europea che, in difetto del possesso dei requisiti di cui ai numeri 4 e 5 dell’articolo 5 della legge 16 febbraio 1913 n. 89, abbiano superato il concorso notarile al quale abbiano
avuto accesso a seguito di riconoscimento del titolo professionale di notaio conseguito in altro Stato membro dell’Unione Europea.
2. Il diploma di specializzazione, conseguito presso le scuole di
specializzazione per le professioni legali di cui all'articolo 16 del decreto legislativo 17 novembre 1997, n. 398, e successive modificazioni, è valutato ai fini del compimento del periodo di
pratica per l'accesso alla professione di notaio per il periodo di un anno. In tal caso non si applica l’articolo 6 comma 9.
CAPO IV DISCIPLINA TRANSITORIA, ABROGAZIONI ED ENTRATA IN
VIGORE
Art. 13 (Disposizione temporale)
1. Le disposizioni di cui al presente decreto si applicano dal giorno successivo
alla data di entrata in vigore dello stesso.
2. Sono abrogate tutte le disposizioni regolamentari e legislative incompatibili
con le previsioni di cui al presente decreto, fermo quanto previsto dall’articolo 3, comma 5-bis, del decreto-legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito dalla legge 14 settembre 2011 n. 148, e
successive modificazioni.
Art. 14 (Entrata in vigore)
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella
Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Il nostro problema non è la Grecia. In Italia già due banche hanno bloccato gli accessi ai prelievi. Questo non accadeva dalla crisi dagli anni '30. Oggi i conti correnti non sono più sicuri come
un tempo. Un'uscita dall'Euro? Vorrebbe dire la fine della moneta unica.
Le elezioni greche sembrano il bivio cruciale per la sopravvivenza dell'euro. I conti correnti italiani sono a rischio?
Per i conti correnti italiani il problema non è tanto la Grecia o quello che succederà alle elezioni greche. Il problema è che in Italia il comportamento verso le banche è cambiato. Si
è lasciato che finissero sull'orlo del fallimento alcune banche, bloccando anche i conti correnti. E' successo sul finire del 2010 col banco Emiliano-Romagnolo, e pochi giorni fa con la banca Network. Banche piccole, d'accordo, ma quello che non era mai capitato in Italia (dagli anni '30),
ovvero trovarsi il proprio conto in banca bloccato, è avvenuto già due volte.
Io credo che la possibile uscita della Grecia dall'euro è un problema per i conti correnti in Grecia, non per quelli italiani o degli altri paesi. Però è vero, oggi, che i conti correnti non sono
più sicuri come un tempo. La famosa frase "paga come un banchiere" non sembra più molto attuale.
I conti deposito tanto pubblicizzati, dove gli italiani magari hanno qualche risparmio, sono a rischio?
I conti deposito sono conti correnti bancari, quindi sono soldi prestati a delle banche. C'è un fondo di tutela dei depositi, che copre fino a 100mila euro e che verrà probabilmente
attivato per la banca Network. Ma se si teme un crak generalizzato del sistema bancario, qualche paura si può avere.
E' molto probabile che gli stati cercheranno in tutti i modi di impedire una catena di fallimenti delle banche, perché questo causerebbe un blocco dei pagamenti. Una catastrofe economica. In un
certo senso è più sicuro avere dei titoli che dei soldi sul conto corrente, perché i soldi sul conto corrente sono soldi prestati alle banche. I titoli, invece, almeno in prima istanza sono del
cliente, non sono della banca.
Un'uscita dell'Italia dall'euro se la immagina? E cosa significherebbe?
Un'uscita dell'Italia dall'euro vorrebbe dire la fine della moneta unica. L'Italia è il terzo Stato più importante dell'Unione Europea. Poi gli eventi storici sono imprevedibili. Sembra
tuttavia molto improbabile che si arrivi a tanto. Sembra molto improbabile che anche la Grecia esca dall'euro, poiché l'uscita di un singolo Stato sarebbe già devastante per l'intero sistema
monetario. Su questo tema, comunque, c'è una paura che hanno molti, ed è quella relativa ai mutui. C'è chi ha il mutuo in euro e teme che un ritorno alla lira sarebbe insopportabile perché si
prenderebbe lo stipendio in lire e si pagherebbe il mutuo in euro. Beh, non è così. Se l'Italia uscisse dall'euro anche i mutui verrebbero convertiti in lire.
Qual è lo scenario peggiore che possiamo aspettarci?
L'insolvenza degli stati. Lo Stato italiano non paga più gli interessi nel rimborso dei titoli, lo stesso fa quello spagnolo, quello francese ecc. ecc. Le banche falliscono, le obbligazioni pure,
l'euro finisce e si torna alle monete di un tempo, o a nuove monete. Per gli europei sarebbe questo il quadro peggiore. Come ci si può difendere da questo? Trasformando i propri risparmi in
banconote non dell'area dell'euro. Cioè: prelevare dalla banca il proprio denaro, cambiare valuta (in franchi svizzeri, sterline britanniche, dollari americani o canadesi...) e
tenere il tutto in cassette di sicurezza. Questo salverebbe da un crack. Tuttavia non credo si sia arrivati a questo punto.
IL PRIMO WEB MAGAZINE AL MONDO DI MONACO DIVENUTO CARTACEO.
UNA CONTROTENDENZA CHE FA PROSELITI.
JUNE BLOG RANK 74
Editoria ai minimi degli ultimi 5 anni: valori da penny stock, altro che poteri forti
In un mese perdite tre volte maggiori al mercato. Le azioni del Sole 24 Ore valgono mezzo euro, hanno perso oltre il 22% in un mese e quasi il
58% in un anno. Stessi numeri per L'Espresso e Rcs. Mentre l'online fa +50% dei lettori in due anni, la carta stampata subisce duplice calo: pubblicità e lettori.
di Wall Street Italia - 13/6/2012
Roma - Schiacciate da un calo progressivo delle entrate pubblicitarie, ma anche del numero di lettori, le
società dell'editoria italiana sono ai minimi degli ultimi 5 anni, con prezzi di borsa da penny stock. La carta stampata non riesce a reggere la concorrenza dell'online: nel 2011
registrato un boom di lettori sul Web, accompagnato da un aumento della pubblicita' su Internet. Di contro il numero di lettori dei quotidiani nazionali tradizionali e' calato
bruscamente, con una riduzione allarmante dei ricavi in termini di introiti dall'esterno.
Non e' un segreto che ormai gli inserzionisti preferiscono puntare sulla stampa digitale e l'informazione online.
Da uno studio, pubblicato il mese scorso dagli editori della Fieg e intitolato "La Stampa in Italia 2009-2011", e' emerso che la recessione che ha investito il nostro Paese a meta' 2011,
per poi acuirsi nel corso del 2012, non ha affatto risparmiato il settore dell’editoria giornalistica.
Dal punto di vista dei lettori, il numero e' in crescita per i siti web di quotidiani e altri mezzi di
informazione. La media giornaliera e' infatti passata da 4 a 6 milioni per una crescita del +50% in due anni (dal 2009 al 2011). Le rilevazioni sono confortate anche da quelle dell'Istat
che, nel Report su 'Cittadini e nuove tecnologie' dello scorso dicembre, ha rilevato che tra le persone di sei anni e piu' che hanno utilizzato internet nel 2011, il 51% lo ha fatto per
leggere o scaricare giornali e riviste. Nel 2010 erano il 44%.
Quanto alle imprese pubblicitarie, l’andamento nel settore dell’editoria si manifesta negativo su tutti i fronti.
Nel 2009, anno in cui la crisi si e' manifestata in modo evidente, la pubblicita' nella carta stampata e' calata del -29,1%, mentre nel 2011 la flessione e' stata del -6,2%. Per la stampa
periodica invece il calo e' stato meno ampio: nel 2011 -3,6%. Sempre nel 2011 sono calati anche gli investimenti pubblicitari legati ai quotidiani free (-22,4%).
Editoria off-line: il calo deriva dagli investimenti in pubblicita'. Quotidiani a pagamento -6,2%, periodici
-3,6%. Il Web? Fa +14,6%.
A Piazza Affari Il Sole 24 Ore ha perso piu' del 22% nell'ultimo mese e quasi il 58% in un anno. Al momento vale
0,51 euro. Numeri pressoche' identici per Rcs Mediagroup: l'azione della societa' editrice del Corriere della Sera ha accusato una flessione del 22,5% in un mese e di quasi il 58% su
anno.
L'Espresso, da parte sua, prezza 0,626 euro. In un mese l'azione ha ceduto oltre 36 punti percentuali,
nell'ultimo anno piu' del 69%. Cifre simili anche per la casa editrice del magazine Panorama, Mondadori, che ha lasciato sul campo quasi il 22% nell'ultimo mese e oltre il 65% nell'ultimo
anno.
Nonostante un buon periodo a cavallo di aprile, l'editore di Chi e altre riviste Cairo Communication ha perso il
12% in un mese e il 19% su anno. Meglio del comparto, insomma e piu' in linea con l'andamento generale di borsa: il Ftse Mib nello stesso arco di tempo ha ceduto rispettivamente quasi
l'8% e il 35%.
Sono performance da far venire i brividi a soci azionari e investitori. I quotidiani sono zombie che camminano,
tenuti in vita dai contributi pubblici. Senza i grandi giornali dei "poteri forti" sarebbero tutti morti.
Wall Street Italia ha evidenziato che sono soltanto sei (6) i quotidiani che superano il tetto delle 100.000
copie effettivamente vendute ogni giorno al netto delle rese, una classifica che pone l'Italia al livello di un paese del quarto mondo. Sempre meno "poteri forti", quindi. Ecco la tabella
(nel link riportato sotto si trova la lista e i dati completi):
Corriere della Sera........ 411.244
La Repubblica............... 350.289
La Stampa................... 219.989
Il Sole 24 Ore............... 176.896
Il Messaggero.............. 170.674
Il Giornale................... 131.388
Il Resto del Carlino....... 128.646".
LEGGENDO LA CLASSIFICA ADS DIFFUSIONE E VENDITA DI TUTTI I QUOTIDIANI ITALIANI, APRILE 2012, si scopre che a Il
Sole 24 Ore l’Ads attribuisce i seguenti numeri:
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UNA CONTROTENDENZA CHE FA PROSELITI.
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E’ morto il giornalistaNino Leoni.
Avevaanticipato l’inchiestadi “Mani
Pulite”.
Antonio Di Pietro
In coda l'articolo di Claudio Negri sul "Giorno".
Venezia, 11 giugno 2012. Si è spento all’età di 89 anni, a Venezia, il giornalista Nino Leoni. Era stato
cronista giudiziario de “Il Giorno” e aveva previsto, con almeno tre anni di anticipo, l’avvio dell’inchiesta Mani Pulite con un articolo sul quotidiano milanese nel quale denunciava il racket
del caro estinto al Pio Albergo Trivulzio.AntonioDi
Pietro, ancora nei panni di pubblico ministero di punta di quel pool, incontrando Leoni, anni fa, lo rimproverò scherzosamente, per avergli procurato massacranti turni di lavoro, grazie alla sua
denuncia. Molti ricorderanno la puntata della trasmissione televisiva ‘Il Portalettere‘ durante la quale Piero Chiambretti citofonava con una torta in mano all’abitazione del giornalista per
festeggiare con lui uno dei primi anniversari dell’inchiesta giudiziaria. Di recente, poi, Leoni aveva festeggiato il cinquantesimo di iscrizione all’Ordine dei giornalisti. Era sposato e aveva
un figlio medico. Ma non ha mai rinunciato ai suoi viaggi, per poter esplorare, studiare, approfondire, fotografare molte parti del mondo. Girò l’America Centrale, il Medio Oriente, i Paesi
Baltici, l’Europa caucasica e il Sud Est Asiatico. E infine, l’ultimo viaggio, un anno fa, a Istanbul nella sua amata Turchia. (in http://www.strettoweb.com/2012/06/e-morto-il-giornalista-nino-leoni-aveva-anticipato-linchiesta-mani-pulite/40926/)
Addio Nino, cronista del Giorno
Fu l'apripista di Mani Pulite
E' spirato nella sua Venezia.
Classe 1923, aveva occhi d'oltremarino azzurro e una barbetta da serenissimo Consiglio dei Dieci.
di Claudio Negri
Milano, 12 giugno 2012 - Per lo spietato assedio di un male canaglia ci ha lasciato ieri Nino Leoni, nostro
antico collega de Il Giorno. Veneziano d’ascendenti emiliani («Come Carlo Goldoni» ridacchiava lui), classe 1923, aveva occhi d’oltremarino azzurro e una barbetta da serenissimo Consiglio dei
Dieci. Per decenni Nino era stato cronista incallito tra nera itinerante e Palazzo di Giustizia, con la sua umanità militante in motorino e la macchina fotografica, inseparata, ad
armacollo.
Collezionista d’accendini e di più impalbabili inneschi, fu l’apripista della stagione di Mani Pulite con
un’inchiesta sul racket del caro estinto, al Pio Albergo Trivulzio, che diede il la a tutto il matassone di Tangentopoli, come gli riconobbe lo stessoAntonioDi Pietro. Cronista coi crismi e anche col fisico del ruolo, Nino era rapido all’Olivetti di
redazione: cenere di cicca sfiltrata dappertutto, una lattina di birra come portacenere. Il resto era visibilio d’umanità: allegri insulti circostanziati ai colleghi, litanie quasi sempre
precedute o seguite da barzellette, in veneziano icastico, che avrebbero fatto arrossire un Giorgio Baffo. Scherzi da non dire, fatti e ricambiati.
Come quella volta che finse di dimenticarsi sulla scrivaia una grossa scatola di dolci al cioccolato e tutti
ne approfittarono a man salva (compreso il mitico videdirettoreAngeloRozzoni) salvo poi
scoprire, con vario disagio viscerale, che quelle delizie erano in realtà cioccolatini purgativi. Vendetta episodica, perché a ogni venuta al giornale la sua borsa spariva per gioco, rapita da
subdoli colleghi e nascosta in qualche recesso: era zeppa al solito di libri, sigarette, birre, sabbie di lontane spiagge, foto di belle donne, bagaglio di charmeur dongiovanneo ma senza ombre nè
statute di Commendatore. Nino era anche - e soprattutto - un viaggiatore assiduo, che passava con disinvoltura dal teatro del mondo ai paesaggi nudi di prosa. Memorabile quella foto che lo ritrae
su un passo turco innevato, lui e un orso, quasi a braccetto.
Le sue cartoline erano miniature di reportage - rivoluzioni, pestilenze, carestie, mode e chiodi di garofano -
chiuse dagli immancabili insulti. Nino era fisicità e sensibilità: passava da una digestione ben sonora a un pensiero più sottile di un rifrazione, quell’eco di luce sul pulviscolo che incantò
Democrito, Lucrezio e tutti noi bimbi in una stanza buia. Dietro la porta del suo appartamento milanese, una scritta a caratteri di scatola: «Il giornalismo è l’unico mestiere che ti fa restare
adolescente tutta la vita».
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LA COMMUNAUTE MONEGASQUE
S’ENGAGE POUR SES ENFANTS
Semaine Monégasque de
Sensibilisation des Enfants à l’Environnement
réalisée avec le soutien de la Direction de l’Education Nationale, de la Jeunesse et des Sports de la Principauté de Monaco
Monacology, la Semaine Monégasque de
Sensibilisation des Enfants à l’Environnement aura lieu du12 juin au 15 juin 2012, sur le quai Antoine 1er à Monaco. Pendant quatre journées, les enfants monégasques et des communes avoisinantes
pourront découvrir l’environnement, au sein d’un village composé de chalets, spécialement conçu pour l’occasion.
Pour la
8ème édition, cinq patrons monégasques s’engagent autour des cofondateurs de Monacology pour sensibiliser les enfants à l’environnement.
Il s’agit de Guy Magnan de
la SMEG (Société Monégasque de l’Electricité et du Gaz), de Virginie Lelarge de l’IMEDD (Institut Méditerranéen d’Etudes et du Développement Durable), de Martin Peronnet de Monaco
Telecom, de Maria Betti de l’AIEA (Agence Internationale de l’Energie Atomique), et d’Edgar Enrici de la SMA (Société Monégasque d’Assainissement).
Ces
organisations sensibiliseront respectivement les enfants aux énergies renouvelables, aux glaces polaires, à l’évolution des nouvelles technologies et à la nécessité du recyclage, à la
recherche marine et au tri sélectif des déchets.
Les enfants
pourront aussi découvrir des applications liées à l’énergie solaire avec la société Neurone.
Souffleurs
d’Ecume sensibilisera les enfants sur le monde marin, notamment avec le Sanctuaire Pelagos. L’auteur Alain Plas contera les histoires de Chouchou le Petit Caillou. Il y aura aussi un
« Jungle World », organisé par Radio Monaco, et un Jeudi Vert organisé par MC2D et la Mairie de Monaco sur les Déchets Electroniques, avec Monaco
Telecom.
Ce n’est pas tout ! Monaco se mobilise pour ses enfants !
Les enfants
pourront retrouver à Monacology : la Fondation Prince Albert II de Monaco et le Grimaldi Forum Monaco, la Direction de l’Environnement, la Direction du Tourisme et des Congrès, MC2D,
le Jardin Exotique de Monaco, Venturi avec Antarctica, Videopôles, IC Engineering et SEV Electric Vehicles avec eTRICKS,…
Une
nouveauté cette année, ce seront des élèves de seconde, qui assureront la sensibilisation des plus petits pour l’atelier de la Direction de l’Education Nationale, de la Jeunesse et des
Sports.
Monaco
Parkings soutient Monacology, en mettant à disposition des exposants des avantages préférentiels pendant l’événement.
Monacology
remercie les organisations suivantes, de s’associer à cet événement pour les enfants : la Mairie de Monaco, MC Advisory, MC Eco Rental, Joué Club, Costa Monaco, Pierre Lebrun et
Dealer de Rêves, ACMOS, On the Move ! From Monaco to the World !, Direction de l’Aménagement Urbain, Eudis, The Monaco Network, Podcast Journal, Radio Ethic, MonteCarlo In,
MonteCarlo News, IMEDD INFOS, Monaco In, Monaco Info, Spencer Hodge, Cityout, Agence Monaco Presse, Monaco Info, Monaco Matin et Nice Matin, Monte Carlo Multimedia, Monaco Cruise
Bureau et l’ensemble des media et blogs qui relaient Monacology.
Vous pouvez retrouver l’ensemble de ces informations sur notre site Internet : cliquer ici.
Le village de Monacology sera ouvert du 12 juin 2012 à 9 heures au 15 juin 2012 à 17 heures sur le quai Antoine
1er.
L’entrée est gratuite pour le public.
Nous vous
attendons nombreux et nous vous remercions de votre soutien !
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Associazione Culturale eva e mario calvino
Taggia – Via Colombo 343
Taggia, 8/6/2012
Provvedere alloggi per i bambini coinvolti nel terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna è un'azione di
buona politica. Così la pensa l'associazione “Eva e Mario Calvino”, nata di recente a Sanremo e presieduta da Antonella Rossi. In questo senso, l'associazione lancia un appello a tutti i sindaci
della provincia di Imperia, affinché verifichino la disponibilità di posti letto nei loro comuni. Identico appello viene rivolto alle associazioni alberghiere e alle strutture ricettive in
genere. L'iniziativa è sostenuta anche dalla coordinamento donne della Cgil di Imperia e dall'associazione Delib. “La politica per il futuro nasce nel
presente”, spiega Antonella Rossi, “e il presente richiede interventi concreti. I primi contatti con la senatrice Mariangela Bastico, Piero Venturi, gli assessori provinciali e
comunali emiliani e le associazioni promotrici dell’iniziativa hanno permesso di attivare una rete che è già operativa. E’ stato coinvolto anche Angelo
Berlangieri, assessore al Turismo, cultura e spettacolo della Regione Liguria, che ha garantito la sua più ampia disponibilità. Confidiamo nella risposta positiva della
provincia di Imperia”.
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Quotidiani: crollo senza fine. Ormai il web ha vinto la guerra. I numeri
delle copie vendute
(e di quelle diffuse)
testata per testata.
Ecco le cifre del baratro per i primi 4, secondo i dati ADS di aprile 2012: Corriere della Sera 411.244. La Repubblica 350.289. La Stampa 219.989. Il Sole 24 Ore 176.896.
di www.wallstreetitalia.com
Roma, 8 giugno 2012. Sono soltanto sei (6) i quotidiani che superano il tetto delle 100.000 copie vendute al
netto delle rese, una classifica (TABELLA COMPLETA) che pone l'Italia al livello da quarto mondo. Sempre meno "poteri forti". Ecco le cifre del baratro per i primi 4, secondo i dati ADS di aprile
2012: Corriere della Sera 411.244. La Repubblica 350.289. La Stampa 219.989. Il Sole 24 Ore 176.896.
Il crollo di diffusione e vendita dei quotidiani italiani si accentua, le cifre toccano i minimi assoluti di
molti anni. A giudicare dai dati comunicati dall'Accertamento Diffusione Stampa, a leggere i giornali ogni giorno e' rimasto una sparuta minoranza di cittadini che si ostina a rivolgersi alla
carta stampata invece che al web, per avere le informazioni di cui ha bisogno.
E' sufficiente evidenziare che sono soltanto sei (6) i quotidiani che superano il tetto delle 100.000 copie
effettivamente vendute ogni giorno al netto delle rese, una classifica che pone l'Italia al livello di un paese del quarto mondo. Ecco la tabella (nel link sopra la lista e i dati
completi):
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A La Sorgente con Daniela Bruno e le Costellazioni Familiari guarire le
ferite del proprio passato si può
VENTIMIGLIA (IM). Con l’appuntamento del
prossimo sabato 16 giugno, dalle ore 14 alle ore 19, prosegue la serie di Seminari di Costellazioni Familiari organizzato dal Centro di Counseling La
Sorgente che ha sede in Via Sottoconvento 48.
Come sostenuto dallo psicoterapeuta tedesco
Bert Hellinger che ne ha fondato i principi metodologici, le Costellazionidanno la possibilità di vedere come determinati legami inconsci nella propria
famiglia d'origine possano influenzare le relazioni attuali, che siano sentimentali, familiari o lavorative. Insieme alla Dottoressa Daniela Bruno, insegnante e pedagogista
che dopo aver concluso la sua formazione di costellatore con un allievo di Bert Hellinger conduce seminari e incontri individuali di Costellazioni Familiari presso la sede della Sorgente, sarà
così un’opportunità per sanare con amore le vecchie ferite del passato e ritrovarsi nel presente con rinnovata vitalità e una nuova apertura verso tutte le possibilità che la vita
offre.
Attraverso questa tecnica è infatti possibile, tramite la consapevolezza corporea e il sentire, accedere alle relazioni profonde che agiscono in uno specifico sistema (gruppo); si tratta
della partecipazione ad un fenomeno energetico molto intenso e al di là della mente poiché la comprensione mentale arriva in un secondo momento quando l'esperienza diretta è stata vissuta in modo
completo.
Il facilitatore assume un ruolo di
“regista” indiretto osservando e permettendo con gradualità questi movimenti e intervenendo, quando la situazione lo richiede, per suggerire eventuali frasi o far compiere semplici gesti
rituali. Qui può aver inizio una forma di “guarigione” ad un livello interiore, che si manifesterà per ognuno con tempi e modalità individuali, anche molto tempo dopo la conclusione del
seminario.
Anche se non è detto che ogni partecipante
metterà in scena la propria tematica, le rappresentazioni coinvolgono tutti i presenti, cosicché ognuno potrà maturare il proprio processo interiore entrando in risonanza con ciò che
accade.
Proprio come un albero le cui foglie nascono
e cadono per lasciar spazio a nuove foglie, così la vita ci passa attraverso e va avanti senza fermarsi, in una danza eterna a cui possiamo
partecipare totalmente se solo scegliamo di guardare e, come dice Hellinger, di “riconoscere ciò che è”.
Per maggiori informazioni telefonare al n°
3803525565 o scrivere alla Sorgente centrolasorgente@gmail.com
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Journée Mondiale de l’Environnement :
Le Président de la Commission Environnement et du Cadre de Vie rencontre
la Direction de la Ferme Aquacole – Les Perles de Monte-Carlo
mardi 5 juin 2012
A gausche, Bernard Marquet et Frédéric Rouxeville.
A l’occasion de la Journée Mondiale de l’Environnement 2012 « L’Economie Verte, en
faites-vous partie ? », Bernard MARQUET, Président de la Commission de l’Environnement et du Cadre de Vie, a rencontré Frédéric ROUXEVILLE, l’un des dirigeants de la ferme aquacole
de Monaco et visité les installations en cours de réaménagement, pour faire face à une activité en plein essor.
Située sur la digue de Fontvieille, la ferme aquacole surprend par son emplacement, peu connu des
résidents, mais aussi par son activité commerciale et son dynamisme à l’export. Spécialisée dans l’élevage d’alevins et d’œufs d’huîtres nourris de plancton prélevé au large de Monaco, la ferme
aquacole des Perles de Monte-Carlo, a la spécificité de pratiquer l’affinage des huîtres et de certains poissons pour le compte de nombreux éleveurs, grâce à la qualité des eaux
territoriales de la Principauté.
Au cours des débats relatifs au Budget Rectificatif 2011, Bernard MARQUET avait d’ailleurs eu l’occasion
d’attirer l’attention du Gouvernement sur l’intérêt économique évident de maintenir, à Monaco, cette activité à haute valeur ajoutée, respectueuse l’environnement marin et reconnue comme une
activité d’avenir devant les défis du secteur de la pêche.
A l’initiative de Bernard MARQUET, la Commission de l’Environnement et du Cadre de Vie devrait recevoir
très prochainement, au Conseil National, les dirigeants des Perles de Monaco, exemple d’une réussite pertinente, alliant dynamisme économique et respect de l’environnement.
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EQUO COMPENSO
A BLOGGER,
GIORNALISTI E SCRITTORI
ONLINE. IN USA
SI MOBILITA IL SINDACATO
diwww.lsdi.it Si chiama “Pay the Writer!” (Pagare i collaboratori!) la campagna lanciata dalla National Writer’s Union (NWU), il sindacato degli autori che collaborano
con le testate di informazione, per assicurare a blogger indipendenti, giornalisti e scrittori il compenso per il loro lavoro. Il presidente del sindacato, Larry Goldbetter, ha spiegato che la
campagna sta andando bene, anche se si tratta di una battaglia complessa. «Il giornalismo – spiega Goldbetter nell’intervista – sta vivendo questo mutamento radicale dalla stampa al digitale e
gli editori hanno il coltello dalla parte del manico. Siamo un piccolo sindacato ma con un forza lavoro sterminata che sta assistendo al collasso della sua capacità di guadagnarsi da vivere col
suo lavoro».
«Le nuove tecnologie editoriali – continua Larry Goldbetter - hanno reso molto più facile scrivere ed essere pubblicati, ma nello stesso tempo rendono sempre più difficile guadagnarsi la vita. Ma
questo non significa che lì non ci siano soldi. Pensate ad Arianna Huffington, ad esempio, che guadagna 4 milioni di dollari l’anno ad AOL. E proprio AOL ha registrato un forte aumento dei ricavi
pubblicitari nel primo trimestre di quest’anno, ma continua a tagliare i compensi dei collaboratori». La soluzione proposta è quella di «dar vita a un sindacato forte».
Si è trattato della terza edizione dell’incontro di studio e aggiornamento sul
diritto dell’informazione e delle nuove tecnologie iniziato nel 2010 e organizzato dal Consorzio Campus Multimedia In.Formazione in memoria di mio padre avv. Aldo Bonomo. Quest’anno
l’appuntamento ha decretato il meritato successo, grazie anche al tema interessante l’intero settore dei media: la libertà di informazione nell’era digitale. Il convegno è stato
arricchito dal dialogo tra i relatori, stimolati dalle osservazioni del giornalista Paolo Liguori, moderatore della tavola rotonda, e dalla partecipazione straordinaria del prof. Paolo
Del Debbio, che ha ricordato il fondamentale contributo di Aldo Bonomo nel trovare sempre soluzioni brillanti per le più ardue questioni, e ha precisato che i nuovi problemi ora nascono
non tanto per un vuoto legislativo quanto per la velocità di avanzamento tecnologico a cui il diritto fatica a tener dietro. Il convegno è stato un importante occasione di aggiornamento
sulle potenzialità e le responsabilità che Internet pone agli operatori dell’informazione, perché mai come in questo momento, ha ricordato Gina Nieri, “è necessario proteggere l’attività
informativa nella sua duplice valenza di bene della collettività e di attività di impresa”. Tutti i relatori hanno concordato sulla necessità di interventi legislativi mirati che
rispettino però il corretto equilibrio che deve esserci tra diritti e regole. E Paolo Liguori ha ricordato, parafrasando Mc Luhan, “il mezzo è il messaggio”, che la ricchezza di
informazione dei nuovi media è dovuta proprio alle potenzialità dell’era digitale. Ma è evidente che gli sviluppi della rete, con l’accesso alle informazioni, la loro elaborazione e il
loro permanere a disposizione di tutti, accentuano la necessità di regole certe. Di seguito trovate la trascrizione della mia relazione introduttiva, in cui sono riportati i nomi di tutti
i relatori.
Saluti cordiali e grazie ancora per la partecipazione.
Giovanni F.F. Bonomo
Trascrizione dell’intervento introduttivo.
“Anzitutto vorrei ringraziare il Consorzio Campus Multimedia In.Formazione, il dott.MarcoFanti e i suoi collaboratori per il prezioso lavoro
organizzativo, l’università IULM per l’ospitalità, i relatori per la disponibilità, e ringrazio tutti i partecipanti, colleghi giornalisti e avvocati, per la partecipazione.
Partecipazione che vedo più nutrita rispetto a quella delle due precedenti edizioni, perché si tratta questa volta di un tema, la libertà di informazione nell’era digitale, che va oltre
il diritto e interessa tutti gli operatori dell’informazione, non solo i giuristi. In effetti il sistema dell’informazione si trova oggi, a causa delle innovazioni tecnologiche, in una
fase di svolta che pone diversi interrogativi circa la coerenza e l’idoneità delle attuali regole. Quest’incontro, strutturato come tavola rotonda, intende mettere sotto i riflettori le
principali problematiche, in modo che vengano discusse a più voci partendo dalle domande rivolte dal giornalista Paolo Liguori ad alcuni autorevoli docenti ed esperti del settore. Il
titolo, la libertà d’informazione nell’era digitale, è già di per sé un appropriato omaggio alla memoria di mio padre avv. Aldo Bonomo, già ricordato nelle lusinghiere parole del rettore
prof. Giovanni Puglisi, del dott. Liguori e della dr.ssa Gina Nieri. Infatti Aldo Bonomo si è sempre eroicamente battuto per la tutela della libertà d’informazione in ogni sede
giudiziaria, ponendo le premesse dello sviluppo di una televisione privata, libera e indipendente. Perché è proprio sul piano dei contenuti che si misura oggi il valore e l’eccellenza,
tipicamente italiana, di Mediaset per l’affermazione di un’informazione televisiva nazionale privata, nata come prima e unica alternativa al monopolio pubblico. Vorrei sottolineare, con
riferimento alle battaglie condotte dal gruppo Fininvest, col patrocinio di mio padre, contro gli “oscuramenti” delle trasmissioni all’inizio degli anni ottanta, che i pretori
“oscurantisti” agivano a tutela di un monopolio, quello della RAI, non certo in difesa di un mercato concorrenziale e pluralista.
Adesso, arrivati al 2012, abbiamo a che fare con una diversificazione tale delle fonti di informazione
che ci costringe verso nuove sfide e a rispondere a nuovi interrogativi.
I. Basti pensare che
l’informazione digitale, se da un lato apre nuovi spazi di libertà, dall’altro è pervasiva e incontrollata, e per questo può contrastare con la tutela del segreto e della privatezza;
pensiamo poi al serrato dibattito sulla proprietà intellettuale in rete. Ha notevole rilievo, tra le problematiche derivanti dalle innovazioni tecnologiche e dalla digitalizzazione, il
dibattito sull’affidabilità e sulla qualità delle informazioni condivise dai cittadini tramite i social network, soprattutto laddove diventi difficile verificare le affermazioni e le
segnalazioni. Ora, il gestore di un social network, se da un lato assicura un importante strumento di circolazione delle informazioni, dall’altro potrebbe assumere un ruolo censorio e
lesivo della stessa libertà di informazione, perché a ciò indotto da propri interessi commerciali.
Questo è l’oggetto del primo dibattito, con una parziale inversione dell’ordine scritto nel programma,
intitolato appunto “Informazione e social network”, che avrà come protagonisti
il dott. Matteo Flora, esperto in informatica forense;
il prof. avv. Giuseppe Rossi, docente di diritto privato comparato presso questa università
IULM.
II.Figlio dell’informazione digitale ed espressione di arricchimento conoscitivo è il
c.d. “citizen journalism”, o giornalismo partecipativo, che significa la condivisione e diffusione di notizie grazie al coinvolgimento attivo dei cittadini, i quali, da fruitori passivi
delle notizie, diventano protagonisti del processo informativo. E questo grazie alle potenzialità del Web 2.0 oggetto dell’incontro dello scorso anno. Queste nuove modalità di
informazione operano, al tempo stesso, tendenzialmente al di fuori delle regole e delle garanzie che caratterizzano la professione giornalistica. L’argomento diventa più che mai attuale
alla luce della recentissima sentenza della Suprema Corte del 10 maggio scorso, che pone fine a cinque anni di dispute dottrinarie e infuocati dibattiti sulla natura dei blog
giornalistici: tali blog non rientrano nella nozione di “prodotto editoriale” previsto dalla legge sull’editoria, e se non vengono registrati presso l’apposito registro delle testate
editoriali del Tribunale, non per questo possono considerarsi come stampa clandestina.
Questi temi, vale dire l’informazione digitale, la segretezza, il citizen journalism e i blog, vengono
affrontati nel secondo dibattito che vede protagonisti
il prof.RobertoCaranta, docente di diritto amministrativo presso l’Università di Torino;
il prof.GianlucaGardini, docente di diritto amministrativo presso l’Università di Ferrara,
il dott. Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera.
III.Le accennate problematiche verranno poi approfondite, sotto il profilo della proprietà intellettuale, nel
terzo dibattito. La nozione di proprietà intellettuale, insieme a quella del diritto d’autore, resta profondamente trasformata dall'avvento del digitale, per la difficoltà di un
adeguamento giuridico-formale all'odierna dimensione elettronica e multimediale, specie nel momento in cui si tenta di replicarne le caratteristiche più tradizionali, legate a una realtà
ancora analogica.
Il tema resta di stringente attualità. Ora, alcuni nuovi imprenditori della rete, e importanti voci
della cultura non soltanto giuridica, sostengono che la digitalizzazione richiede strumenti più flessibili rispetto a quel diritto esclusivo che da sempre è il cuore concettuale della
proprietà intellettuale.
Ce lo spiegheranno meglio
il dott. Cesare De Sapia, già presidente della Sezione III civile, specializzata in proprietà
industriale e intellettuale, del Tribunale
di
Milano;
il dott. Paolo Tacconi, executive producer MSN Western Europe di
Microsoft.
°°°
Augurando quindi una proficua discussione sulle tematiche accennate, lascio subito il microfono al
dott. Liguori che avvierà il dibattito, facendo da moderatore, e rivolgendo anzitutto le previste domande ai professori ed esperti, grazie.”
S.E. Antonio Morabito - Ambasciatore d'Italia a Monaco
La Festa della Repubblica nel Principato di Monaco del 2 giugno di ogni anno è la principale festa nazionale civile italiana che ricorda il
referendum istituzionale indetto a suffragio universale (2 e 3 giugno 1946) con il quale gli italiani scelsero la Repubblica come forma di governo.
In tutto il mondo le
Ambasciate italiane tengono un ricevimento al quale sono invitate Autorità politiche ed istituzionali, mondo economico e culturale del Paese ospitante e membri autorevoli ed attivi della comunità
italiana residente. Da tutto il mondo arrivano al Presidente della Repubblica Italiana gli auguri degli altri Capi di Stato e speciali cerimonie ufficiali si tengono in Italia.
De gauche, Vittorio Sgarbi, Mme Liana
Marabini, On. Scaiola, Antonio Morabito- Ambasadeur d'Italie, Mme Casiraghi , Jacques Boisson - Secrétaire d'Etat, Philippe Narmino - Ministre Plénipotentiaire à la Justice de la
Principauté
Per i 150 anni dell’Unità, l’Ambasciata d’Italia nel Principato di Monaco aveva programmato
importanti “incontri con Regioni e Città italiane”, per promuovere il “Sistema Italia” e per saldare l’immagine ed i valori dell’Italia alla grande tradizione nazionale ed europea, oltre che per
rafforzare i legami con il Principato di Monaco. “Incontri” a cui avevano partecipato Città e Regioni tra cui Bologna e l’Emilia Romagna, Firenze, Bari e la Puglia, la Sardegna, la
Basilicata e la Calabria. Manifestazioni che hanno avuto l’obiettivo di rafforzare i legami e l’amicizia tra i due Paesi, favorire l’internazionalizzazione delle imprese, anche con incontri con
imprenditori e promuovere tradizioni eno-gastronomiche regionali e del Sistema Paese.
La festa della Repubblica celebrata quest’anno nel Principato di Monaco ha un
carattere e contenuto “piemontese”, a corollario degli incontri con “Le Regioni e le
Città Italiane” e rappresenta una nuova importante occasione per celebrare l’unità, valorizzare la storia, le tradizioni e l’identità nazionale e dare risalto alla candidatura dei territori e
paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato quale Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, con una partecipazione attiva delle istituzioni piemontesi.
Per l’Ambasciatore d’Italia nel
Principato di Monaco Antonio Morabito “La Festa della Repubblica costituisce un
momento importante per rafforzare i legami e l’amicizia tra il Principato di Monaco e l’Italia in linea con il crescente impegno del Ministero degli Esteri per promuovere il
Sistema-Paese”.
La festa del 2 giugno di quest’anno
è dedicata in special modo alle popolazioni delle regioni colpite dal recente terremoto, che ha fatto vittime e ha colpito il patrimonio culturale e artistico dell’Italia e ha ferito i luoghi
simbolo dell’Italia e del suo sistema produttivo. Ferite le persone, i luoghi, l’identità emiliana e italiana, le aziende, le case, i macchinari.
L’Italia attraversa ora un momento
di grande disagio, « ma siamo fiduciosi che supereremo anche questo terribile momento » (Presidente della Repubblica Napolitano). « Questo 2 giugno viene celebrato e dedicato
proprio alle vittime di questa tragedia ».
L'Ambasciatore d'Italia Antonio Morabito tra la
signora Masurel consorte del Direttore Generale dell’SBM e con l’Ambascoatore Giovanni Castellaneta, Presidente della SACE
Scaletta :
-Tutti i presenti osservano un minuto di silenzio di solidarietà alle vittime del terremoto
dell’Emilia.
-Vengono eseguiti gli inni nazionali monegasco e italiano dai bambini cantores del Coro “Il
Bel Canto” del Comune di Latte diretti dalla Maestra Angelica Murante.
Il Segretario di Stato del Principato, Jacques Boisson ed alle spalle il Ministro Plenipotenziario alla Giustizia, Philippe
Narmino.
-Una preghiera per la vittime del terremoto.
-Intervento di S.E. l’Ambasciatore d’Italia Antonio Morabito.
-Ricevimento a cui parteciperanno:
Monsieur le Président du Conseil de la Couronne, Excellence, Monsieur le Président
du Conseil d’Etat, Monsieur le Secrétaire d’Etat, représentant SAS le Prince Albert II de Monaco, Prince Souverain (que je remercie sincèrement pour sa permanente amitié
témoignée à l’Italie), Monsieur le Chef de Cabinet de SAS le Prince Souverain, Messieurs les Conseillers de Gouvernement, Monsieur le Doyen du Corps Diplomatique, Excellences, Messieurs les
Ambassadeurs présents,
Senatori della Repubblica (Valentino, Bianchi), e Onorevoli Deputati (Scajola,
Europarlamentare Antoniozzi), Eccellenze Ambasciatore di Francia Decano del Corpo Diplomatico, Membri del Corpo Consolare, rappresentanti delle Regioni, Provincie e Comuni di Piemonte e Liguria,
Rettori di Università, Presidente SACE, connazionali residenti, rappresentanti delle istituzioni, personalità ed amici giunti da varie città
italiane.
-I figuranti in abiti quattrocenteschi della Città
di Albanon utilizzeranno trombe e tamburi in segno di solidarietà al dramma
delle popolazioni dell’Emilia.
_______________
Associazione Culturale eva e mario calvino
Taggia – Via Colombo 343
Taggia, 1 giugno 2012
Nella ricorrenza del 2 giugno, festa nazionale e anniversario della
Repubblica italiana, l'Associazione culturale Eva e Mario Calvino si unisce a Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, nella vicinanza e nella solidarietà a tutti i concittadini che, a
causa degli eventi sismici in Emilia Romagna, hanno perduto i propri cari, le loro case, le attività di lavoro. Consapevole tuttavia dei rischi per la pubblica sicurezza nelle zone terremotate, e
delle gravi difficoltà in cui versa soprattutto il comparto ortofrutticolo di quelle zone, l'Associazione chiede al Presidente della Repubblica, come rappresentante dell'unità nazionale e
comandante supremo delle forze armate, che almeno una parte dei circa 2600 soldati impegnati nella parata di domani venga impegnata nei territori colpiti dalla catastrofe naturale. Le forze
armate potranno così vigilare su possibili episodi di sciacallaggio, fornire il loro aiuto nello sgombero delle macerie e prestarsi nella ripresa delle attività imprenditoriali.
Antonella Rossi
(presidente dell'Associazione Eva e Mario Calvino)
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L’Italia Si Sbriciola
di Elio Veltri
Negli stessi giorni la frantumazione fisica e morale del paese si è accentuata e diffusa. Il terremoto in
Emilia, l’inchiesta sul calcio con gli arresti dei giocatori, l’arresto di Ponzellini presidente della Banca popolare, ne costituiscono la rapresentazione più evidente.La frantumazione fisica e morale del paese avanza inesorabile e sembra una maledizione. Passi per il terremoto che arriva quando vuole, anche se spesso con segnali preventivi
che vengono ignorati e con danni alle persone e alle cose che potrebbero essere prevenuti e contenuti, ma che la violenza dell’incultura e degli affari, ne impedisce la prevenzione, anche quando
riguarda pezzi significativi dell patrimonio culturale e architettonico del paese. Vedremo poi se anche questa volta nel crollo delle aziende costuite da pochi anni, delle torri e delle chiese,
ci sono state inadempienze e omissioni. Questo è il tempo della solidarietà, dei soccorsi e del silenzio rispettoso dei lutti e dei dolori. Perciò è doveroso rinviare polemiche e accuse sperando
che sia solo la natura responsabile dei danni e delle tragedie che hanno colpito tante famiglie e il tessuto fisico, sociale e produttivo di una delle regioni più ricche e coese del
paese.
Ma quanto accade nel calcio è davvero la spia del disfacimento morale del paese. Nel 2006 nel libro “IL
governo dei conflitti”, di interesse, scritto con Francesco Paola, era toccato a me scrivere il capitolo sulla “Prima Repubblica del calcio”. Avevo parlato della “calcistizzazione del paese”
espressione efficace coniata da Oliviero Beha, il quale, in tempi non sospetti e pagandone tutte le conseguenze, perchè toccare il calcio era come mettere in dubbio la verginità di Maria, aveva
denunciato il degrado, le combine, gli intrallazzi e la corruzione, nello sport più amato dagli italiani e più ricco per i suoi protagonisti: dirigenti, mediatori, allenatori e giocatori. Beha
aveva insistito con il libro “Calciopoli”, ma inutilmente, se gli arresti odierni diventano retate e se dal coinvolgimento dei dirigenti si è passati a quello, per certi aspetti più grave, degli
stessi giocatori che hanno venduto partite e con esse l’onore e la dignità, ma anchela passione e l’amore dei cittadini e dei tifosi, nonostante tutti i
soldi che guadagnano. Dopo gli scandali del 2007, Guido Rossi era stato nominato commissario straordinario della Federcalcio e aveva voluto Saverio Borrelli a capo dell’ufficio indagini. Ma
ancora prima di avviare la pulizia era arrivato il colpo di spugna con la sentenza di appello della Corte Federale che assolveva tutti. Una farsa italiana
l’avevo definita. Infatti il Terrore era durato pochi giorni e al Termidoro era seguita la Restaurazione. “La situazione è difficile, molto difficile, perchè c’è la sensazione tremenda che
davvero non si voglia e non si debba cambiare nulla, in Italia; che lo scadalo del calcio sia già stato dimenticato; che viviamo nel Paese dei mille Gattopardi” aveva detto
Guido Rossi a Repubblica. E così è andata. L’arresto di Ponzellini non ha bisogno di commenti. Quando il capo di un banca importante viene accusato e arrestato con l’accusa di avere intascato
milioni di tangenti, indipendentemente dall’esito dell’inchiesta, siamo alla frutta. I fatti di ordinaria corruzione che un giorno si e l’altro pure costituiscono il pane quotidiano della
cronaca, dicono senza possibilità di equivoci, che la corruzione fa parte del DNA del paese, che nella sua maggioranza è ben felice di conviverci nonostante la devastazione che
provoca e che solo una minoranza di esso è costretta a subirla.
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La Corte dei diritti dell’uomo ancora una volta difende le fonti dei cronisti e condanna lo Stato francese per una perquisizione fatta in casa e nella redazione. Se il giornalista agisce nel rispetto delle norme deontologiche per informare l'opinione pubblica su fatti di interesse generale, non può subire
limitazioni al diritto alla libertà di espressione, anche se la sua fonte ha violato qualche legge, come nel caso specifico (un obbligo di segretezza). La sentenza è un monito per i giudici
italiani, tenuti ad adeguarsi alla giurisprudenza del Tribunale di Strasburgo. In coda una ricerca di Franco Abruzzo sul punto.
Strasburgo, 27 maggio 2012. Con la sentenza del 12 aprile 2012, ricorso 30002/08, la Corte dei diritti
dell'uomo torna a discutere di libertà di stampa. Giornalisti francesi del quotidiano Midi Libre pubblicano documentazione soggetta a segreto professionale, e quindi subiscono una perquisizione
da parte dell'autorità giudiziaria, al fine di rinvenire elementi per scoprire l'identità di chi aveva dato quei documenti ai giornalisti. La perquisizione, ed il conseguente sequestro di
supporti informatici ed agendine, non porta però i risultati sperati, e i responsabili della fuga di notizie rimangono ignoti.
I giornalisti impugnano il provvedimento, chiedendo la restituzione degli strumenti di lavoro, ma ottengono un
secco rifiuto nei tre gradi di giudizio, per cui ricorrono alla Corte europea.
La sezione quinta della Corte accoglie il ricorso dei giornalisti condannando lo Stato francese, e ricorda
come la libertà di espressione sia uno dai capisaldi di una società democratica, all'interno della quale le garanzie della stampa sono essenziali. Tra queste garanzie un ruolo di rilievo è dato
proprio dalla protezione delle fonti giornalistiche per l'ovvio motivo che se le fonti non sono adeguatamente protette si ha un evidente effetto deterrente sia per il giornalista, che potrebbe
essere spinto a non servirsene più, sia per le stesse fonti indotte a non parlare per non correre rischi.
È chiaro che in tal modo viene limitato il ruolo di cane da guardia del giornalista, e la sua capacità di
fornire informazioni importanti alla collettività.
Ovviamente anche la stampa è soggetta a dei limiti, tra i quali la protezione della reputazione e dei diritti
delle persone. In generale, chiarisce la Corte, però qualsiasi restrizione all'esercizio della libertà di espressione (evidenziamo che si parla di libertà di espressione genericamente, e non solo
di libertà di stampa!) deve essere conseguenza di un bisogno sociale imperativo. È nel bilanciamento tra gli interessi in gioco che si può trovare o meno la giustificazione alle restrizioni alla
stampa.
L'articolo 10 della Convenzione dei diritti dell'uomo lascia poco spazio a tali restrizioni, ed in particolare
è fondamentale verificare se le limitazioni sono o possono essere tali da scoraggiare la libertà di espressione, e quindi impedire la comunicazione alla collettività di questioni di interesse
pubblico.
Nel caso specifico la Corte rileva che la perquisizione svolta in casa e sul posto di lavoro dei giornalisti
al fine di individuare le fonti della fuga di notizie, è tale da inficiare la fiducia delle fonti medesime, e quindi determina comunque una inammissibile interferenza con la libertà di stampa,
anche se, come nel caso in questione, le fonti non vengono rintracciate. Interferenza che, pur se giustificata dal fatto che fosse sancita da norme e tesa ad impedire la divulgazione di
informazioni riservate per proteggere la reputazione di soggetti terzi, non risultava necessaria in una società democratica per raggiungere l'obiettivo e quindi era sproporzionata rispetto alla
scopo legittimo perseguito.
Per questi motivi la Corte condanna il governo francese, stabilendo che se il giornalista agisce nel rispetto
delle norme deontologiche per informare l'opinione pubblica su fatti di interesse generale, non può subire limitazioni al diritto alla libertà di espressione, anche se la sua fonte ha violato
qualche legge, come nel caso specifico (un obbligo di segretezza).
In quest'ottica può essere utile ricordare che in Italia la normativa che protegge il segreto professionale
dei giornalisti può essere invocata solo dai giornalisti professionisti, quindi iscritti all'albo, che non possono essere obbligati a deporre relativamente ai nomi delle loro fonti, limitazione
che ora appare in constrasto con la giurisprudenza della CEDU.
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IMU e italiani all’estero, la circolare applicativa del MEF
29 maggio 2012
Dopo la conversione in legge del cosiddetto “Decreto di semplificazione fiscale” (D.L. 2 marzo 2012, n. 16, convertito in legge 26 aprile 2012, n. 44) (G.U. n. 99 del 28 aprile 2012,
s.o. n. 85), il Dipartimento delle finanze del MEF (Ministero dell'economia e delle finanze) ha emanato, il 18 maggio scorso, la Circolare n. 3/DF che contiene numerosi chiarimenti
sull'applicazione dell'IMU (Imposta municipale propria). Come noto, il summenzionato decreto ha disciplinato anche la tassazione degli immobili posseduti dagli italiani residenti all'estero,
migliorando la norma rispetto al testo precedente ma senza, tuttavia, dare completa soddisfazione ai cittadini italiani emigrati. L'articolo 13, comma 10, della legge 16/20112 stabilisce che “i Comuni possono considerare direttamente adibita ad abitazione principale l'unità immobiliare posseduta a titolo di
proprietà o di usufrutto da anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, a condizione che la stessa non risulti
locata,nonché l'unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non
risulti locata”. In pratica, i Comuni, nell'ambito della propria potestà regolamentare, potranno deliberare di trattare le unità immobiliari degli italiani residenti all'estero alla stregua delle
“abitazioni principali” dei cittadini residenti in Patria, ovvero con l'aliquota ridotta e la detrazione e maggiorazione per i figli. Tanto per fissare la differenza, giova ricordare che l'aliquota che si applica sulla base imponibile è pari allo 0,4% per l'abitazione principale (cioè quella in cui si “risiede
abitualmente”) ed è pari allo 0,76% per gli altri immobili. Occorre anche chiarire che la maggiorazione di 50 euro per i figli di età non superiore a 26 anni (massimo quattro figli), si applica
“solo nel caso in cui gli stessi dimorino abitualmente e risiedano anagraficamente nell'immobile oggetto della disposizione di favore”. A tal riguardo è stato stabilito che entro il 30 settembre 2012 i Comuni possono modificare, nei propri regolamenti, le aliquote di tassazione previste dallo Stato, per cui
avremmo il seguente quadro:
residenza abituale (prima casa): 0,4% (max 0,6%, min 0,2%)
altri immobili: 0,76 % (max 1,06%, min 0,46%)
case locate: 0,76% (max 1,06%, min 0,46%)
negozi, studi e capannoni: 0,76% (max 1,06%, min 0,46%)
immobili rurali strumentali: 0,2% (max 0,2%, min 0,1%)
Per il solo 2012, esclusivamente per l'abitazione principale e relative pertinenze (garage, scantinati, ecc), l'art. 4 del DL 16/2012 permette il pagamento dell'IMU in 3 rate: la prima
da effettuarsi entro il 18 giugno 2012, del 33,3% del totale dovuto, la seconda dello stesso importo entro il 17 settembre 2013 ed un saldo con conguaglio finale entro il 16 dicembre
2012.
Se si vuole si può anche effettuare il pagamento in sole due rate di cui la prima rata sarà costituita dal 50% dell'importo complessivo da versare entro il 18 giugno prossimo.
Per il pagamento delle prime due rate o della prima rata, se il pagamento viene effettuato in sole due rate, si applicherà l'aliquota base del 4 per mille mentre per il saldo ed il
conguaglio verranno applicate le aliquote definitive stabilite dai comuni entro il prossimo 30 settembre e dai D.P.C.M. che verranno emanati entro il 10 dicembre 2012.
Il pagamento si potrà effettuare solo tramite il modello F24 mentre dal 1° dicembre del 2012 lo si potrà effettuare anche tramite apposito bollettino postale.
Invece, per quanto concerne gli immobili diversi dall'abitazione principale, per il 2012 il pagamento dell'IMU dovrà avvenire in 2 rate, di cui la prima rata, del 50% del totale
imponibile con aliquota dello 0,76%, da effettuarsi entro il 18giugno 2012 e la seconda rata costituita dal saldo e dal conguaglio, sulla base delle aliquote comunali, da versare entro il 16
dicembre 2012.
Ai cittadini italiani residenti all'estero consigliamo anzitutto di rivolgersi al Comune in cui si trova fisicamente l'immobile per accertare se è stata emanata la delibera riguardante
l'IMU e le relative aliquote di tassazione. L'elenco dei Comuni che hanno già provveduto alle delibere inerenti l'IMU è consultabile anche sul sito del Governo www.finanze.gov.it, che viene
aggiornato progressivamente.
Si richiama infine che la base imponibile per il calcolo dell'IMU è data dalla rendita catastale (rilevabile dalla visura catastale) rivalutata del 5% e poi moltiplicata per un
ulteriore fattore di rivalutazione variabile a seconda del gruppo e delle categorie catastali di appartenenza.
Sempre per quanto concerne gli immobili posseduto dagli italiani residenti all'estero vi segnalo che come parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero, attenti ai diritti dei nostri
connazionali, abbiamo rivolto un appello all'ANCI affinché sensibilizzi tutti i sindaci ad introdurre nel regolamento del loro comune l'estensione “alle unità immobiliari possedute in Italia
dagli italiani residenti all'estero lo stesso trattamento previsto per l'abitazione principale, vale a dire l'aliquota ridotta e la detrazione di base”.
Ritengo che questo sarebbe un gesto di gratitudine doveroso da parte dei sindaci nei confronti di chi ha affrontato le sfide dell'emigrazione per cercare sostentamento altrove senza mai
dimenticare le proprie radici e conservando, con la casa di proprietà, un legame stretto con la terra di origine.
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